lunedì 29 agosto 2016

AFFARI E VELENI INTORNO ALL'AAMPS, IL SINDACO DIA SPIEGAZIONI ALLA GENTE

In questi giorni le forze politiche livornesi hanno polemizzato tra loro sulla vicenda dell'amianto, la cui pericolosità è stata dimostrata da studi scientifici sin dai primi anni del novecento ma che in Italia è stato utilizzato "a norma di legge" fino al 1992. 

Vorrei che non ci si ritrovasse tutte le volte solo a piangere sul latte versato, per questo motivo varrebbe la pena per i politici occuparsi del problema degli inceneritori, fonte accertata di malattie gravissime che colpiscono anche e soprattutto i bambini, nonostante le emissioni siano, anche stavolta, "a norma".

Invece il PD, che su Aamps da due anni strepitava contro Nogarin, da quando ha scoperto che l'Aamps "a 5 stelle" vuole raddoppiare i rifiuti importati da incenerire a Livorno (e proprio da quella Retiambiente s.p.a. a cui ufficialmente il sindaco farebbe la guerra), da almeno un mese ha miracolosamente cessato le ostilità sull'argomento. Qualcuno ci spiega perché PD e M5S ora si trovano d'accordo?
I cittadini avrebbero diritto anche di sapere perché Aamps ha deliberatamente ignorato gli indirizzi ufficiali firmati dal sindaco in merito alla chiusura dell'inceneritore ("una delle principali cause della crisi aziendale" secondo la stessa Aamps) "nel quadro del procedimento di concordato". Come mai il sindaco accetta di non essere obbedito dai suoi amministratori?

Ci piacerebbe anche sapere perché il sindaco ha scelto manager che hanno esperienze professionali in gruppi industriali come A2A, che non solo è tra i maggiori creditori di Aamps in quanto smaltisce in discarica a caro prezzo le ceneri prodotte al Picchianti, ma è anche in lizza per comprarsi le azioni di Retiambiente e assumerne il controllo, dopo che questa avrà assorbito anche l'Aamps ripulita dai debiti.

Infine, visto che la legge fallimentare prevede all'art. 161 la presentazione di una relazione che asseveri la veridicità dei dati contenuti nel piano di concordato, qualcuno dovrebbe spiegarci perché invece l'advisor scelto per Aamps nelle premesse del piano (pag. 2) si è preoccupato di ripetere più volte di non aver effettuato alcuna verifica dei dati e di non prendersi la responsabilità delle informazioni fornite dall'azienda.

Quante stranezze intorno al business velenoso dell'inceneritore, ma questo è solo l'inizio.


Andrea Romano - Resistere! Azione civica

giovedì 4 agosto 2016

IL BILANCIO AAMPS PARLA CHIARO: L'INCENERITORE E' UNO SPRECO DA ELIMINARE


pubblicato il 25 luglio 2016:

Mi permetto di intervenire anche quest'anno sul piano industriale di Aamps, dopo averlo fatto l'estate scorsa sulla precedente bozza ed aver ottenuto poi conferme sia dalla relazione dei parlamentari grillini (che spinsero il sindaco a fermarsi) che dalla viva voce dell'assessore Lemmetti, il quale ammise che quel piano incentrato "sull'opportunità commerciale" di bruciare rifiuti altrui era "terrificante".
Purtroppo siamo tornati al punto di partenza, con Nogarin che stavolta ha però astutamente portato in Tribunale un piano similare prima di mostrarlo a consiglieri e attivisti del M5S.
Il sindaco dice che bruciare rifiuti altrui aiuterà a pagare i debiti, mentre il presidente Aamps afferma che l'inceneritore garantisce 8 milioni di utili.
Esaminando il bilancio consuntivo aziendale 2014 (l'ultimo pubblicato), chiunque può rendersi conto di come stiano in realtà le cose: su 38 milioni di entrate, ben 32 vengono dalla tariffa e solo 2 milioni dai servizi di incenerimento pagati dagli altri comuni (pag. 63). Raddoppiando i rifiuti da bruciare provenienti da fuori Livorno si passerebbe ad un incasso di 4 milioni, dai quali però dobbiamo sottrarre il costo della manutenzione (solo per le caldaie è stato acceso un mutuo Credem di circa 1,5 milioni, pag. 61), gli acquisti per il funzionamento (per es. mezzo milione per il rotore, pag. 46), i servizi di filiera (circa 1,5 milioni solo per smaltire le ceneri tossiche in discarica), poi i costi del personale (che potrebbe svolgere altri compiti più redditizi) e così via. Insomma è evidente che senza le sovvenzioni pubbliche CIP6, ormai estinte, il bilancio economico dell'inceneritore è in perdita, anche se raddoppiassero le quote di rifiuti provenienti da Pisa, Lucca, ecc. L'azienda paga (con i nostri soldi) ma a guadagnare sono banche e privati.
Nessuno ovviamente chiede che l'inceneritore venga spento subito, ma serve un progetto di progressiva dismissione man mano che si sviluppa la differenziata e non dopo il 2021 (come promette Nogarin, il cui mandato scade due anni prima!): è doveroso proprio per ragioni finanziarie in fase di concordato, per ragioni di salute pubblica (visto che ormai nessuno pensa più che i rifiuti inceneriti si trasformino in un toccasana per i nostri polmoni) ed è anche previsto dalla delibera n. 96/2010, scritta proprio dai 5 stelle livornesi, presentata da Cannito e fatta approvare dal sottoscritto, all'epoca presidente della commissione Ambiente: al punto 7 del dispositivo ci si impegnava a "diminuire progressivamente i conferimenti all'inceneritore". Tutto va scritto nero su bianco e non farfugliato a parole, altrimenti significherebbe imbrogliare il Tribunale.
Raddoppiare i rifiuti inceneriti provenienti da fuori città, invece, non solo continuerebbe a far perdere soldi ad Aamps in pieno procedimento giudiziario, ma sarebbe anche il primo passo per arrivare all'obiettivo del PD regionale di concentrare l'incenerimento in tre maxi-impianti: uno a Sesto Fiorentino, uno a Livorno ed il terzo nella Toscana meridionale.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica