mercoledì 22 marzo 2017

SCANDALO AAMPS: DECINE DI MILIONI DI DEBITI E NESSUN RESPONSABILE


Cara redazione de "Il Tirreno", il vostro quotidiano ha recentemente riportato i contenuti dell'ultima seduta della cosiddetta "commissione d'indagine" su Aamps, la quale dopo due anni di "lavoro" pare si stia ancora chiedendo a cosa sia dovuta la crisi aziendale. Si parla di "misteri" e di "crisi del metodo di gestione" senza individuare nessuna precisa responsabilità, come sarebbe doveroso di fronte a decine di milioni di debiti che i cittadini stanno ripagando di tasca loro con il concordato (altre soluzioni non avrebbero cambiato la situazione: pagano comunque i livornesi).

Eppure sarebbero bastate poche ore, non due anni, per scoprire l'arcano: il sottoscritto in una lettera pubblicata dal Tirreno il 6 febbraio 2011 affermava infatti che "le difficoltà finanziarie di Aamps sono in parte imputabili al problema-inceneritore, dato che stanno finendo i contributi pubblici CIP6". 
Un'ovvietà che è stata ufficialmente confermata dal presidente Aamps dopo ben sei anni e mezzo, il 21 giugno 2016, nel piano di concordato a pag. 5, descrivendo i fattori principali della crisi finanziaria e di liquidità: tra questi, spicca proprio la "cessazione, per sopravvenuta scadenza, nel 2011 di contributi collegati alla convenzione CIP6, con conseguente perdita di flussi di cassa relativi per oltre 3 milioni di euro l'anno". Moltiplicando per 5 anni si arriva ad oltre 15 milioni di incassi in meno, pari alla metà dell'intera massa concordataria!

Aver ignorato per molti anni questa situazione, omettendo di eseguire gli indirizzi del Consiglio Comunale, deliberati più volte, a proposito di una nuova strategia basata su differenziata, riciclo e progressiva diminuzione dell'incenerimento (tragicamente in perdita dopo l'abolizione delle sovvenzioni) costituisce una gravissima responsabilità.
Le aziende che in questi anni hanno invece provveduto a chiudere i loro inceneritori ed a rispettare le leggi sulla raccolta differenziata, hanno evitato la crisi migliorando conti e tariffe: non va infatti creata nessuna "filiera" e i corrispettivi erogati dai consorzi del riciclo sono certi e puntuali, da sempre.

Mentre la commissione comunale "dorme", le altre istituzioni e gli organi di controllo non sembrano pronti a chiudere alla svelta accertamenti e inchieste. Il rischio è che anche questa volta tutto finisca nel nulla, come da tradizione ormai pluridecennale a proposito di tutte le vicende "eccellenti" nel territorio livornese, specialmente in materia ambientale. Ai cittadini probabilmente non resterà che pagare anche questi milioni di debiti ampiamente prevedibili ed evitabili, senza mai ottenere giustizia.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica