giovedì 6 novembre 2014

ORRORE: LA FAMIGLIA RENZI INCIUCIA CON BERLUSCONI DAGLI ANNI 80

Da un estratto del libro "L'intoccabile, Matteo Renzi" pubblicato dal Fatto Quotidiano emerge che lo zio di Renzi, tale Nicola Bovoli (per il quale il carcerato per mafia Dell'Utri è un "uomo di infinita cultura"), lavorava per Berlusconi (per soli 7 miliardi...) per organizzare le truffettine a norma di legge col numero telefonico 144 insieme a Mike Bongiorno, al quale raccomandò Matteino per partecipare ad un quiz che mise in tasca al giovane boyscout ben 48 milioni.
Sappiamo anche, dalla voce del candidato ufficiale di Forza Italia poi scaricato dai suoi capi, che Verdini (rinviato a giudizio per corruzione e truffa ai danni dello Stato) ha sostenuto Renzi per la corsa a sindaco di Firenze, che addirittura lo incontrò già nel 2008 per programmare "un percorso insieme".
Tutto questo si accumula alla condanna in primo grado per danno erariale inflitta a Renzi dalla Corte dei Conti, alla promozione a "dirigente" ottenuta dal padre Tiziano Renzi (indagato per bancarotta fraudolenta) poco prima di essere eletto e scaricando così il peso dei contributi previdenziali sulle casse pubbliche, ecc.
Ricordato che nei paesi civili ed evoluti basta poco più di una contravvenzione per fra dimettere un politico, ci chiediamo con quale credibilità Renzi possa chiedere sacrifici a chicchessia o pretendere di decidere cosa sia giusto o sbagliato per il paese. Giunto a Palazzo Chigi con manovre di palazzo e senza legittimazione elettorale, adesso vuole riformare perfino la Costituzione, la legge elettorale, la giustizia ed il lavoro insieme agli amichetti di famiglia, dal condannato Berlusconi all'imputato Verdini.
Cosa hanno da dire gli elettori "storici" e i militanti del PD, che negli anni passati scendevano in piazza contro Berlusconi e applaudivano i loro parlamentari quando (raramente) si opponevano ai suoi attacchi ai diritti dei lavoratori, alla giustizia ed alla magistratura indipendente?

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/zio-renzi-cavallo-anni-90-aveva-contratto-mld-88045.htm
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/16/galli-asse-renzi-verdini-nato-nel-2009-pdl-mi-abbandono-nella-corsa-al-comune/883340/


mercoledì 5 novembre 2014

MI RIFIUTO! INCHIESTA CIVICA SUL PERCORSO DEI RIFIUTI



Siamo curiosi di sapere che fine fanno i rifiuti urbani raccolti a Livorno, specialmente quelli differenziati e ancor di più quelli raccolti con il metodo "porta-a-porta". Abbiamo chiesto e sostenuto per anni una politica virtuosa sui rifiuti e non vogliamo che l'impegno dei cittadini e le spese da loro sostenute per l'acquisto di attrezzature e mezzi vengano vanificate da una gestione non trasparente del materiale raccolto: la selezione dei rifiuti e l'avvio al riciclo o al riutilizzo dev'essere documentata adeguatamente, mentre lo smaltimento inquinante e costoso verso discariche e inceneritori va denunciato e combattuto. 

Se vuoi aiutarci con informazioni e segnalazioni, scrivi a resistereazionecivica@gmail.com

martedì 4 novembre 2014

LIVORNO E' SCOOTER-LANDIA, SIAMO LA VERGOGNA D'EUROPA


Secondo la classifica di Legambiente pubblicata sul Sole 24 ore, Livorno è prima in classifica tra le città italiane per affollamento di motorini: ne circolano ben 26 ogni 100 abitanti, mentre a Foggia - per esempio - solo 5 ogni 100 abitanti. Ricordo che gli ultimi studi hanno dimostrato che uno scooter a due tempi inquina come cento automobili, con preoccupanti emissioni di sostanze tossiche come il benzene.

Ovviamente, direi di conseguenza, Livorno è tra le ultime in classifica per la sicurezza stradale (alto numero di incidenti, anche mortali) e per l'estensione di aree pedonalizzate, con un solo miserabile metro quadro per abitante contro i quasi 40 di Reggio Emilia, nonostante Confcommercio ribadisca che nelle zone pedonali sale il fatturato del commercio, del turismo e il valore degli immobili.

Questi dati certificano inequivocabilmente quanto poco (niente!) sia stato fatto in questi anni per la mobilità sostenibile, la vivibilità e la sicurezza urbana, la lotta all'inquinamento e al degrado: viviamo in una città sporca, velenosa e pericolosa, dove il trasporto pubblico va avanti per inerzia e le politiche virtuose si sono sempre fatte per finta.

Come presidente della commissione viabilità feci il diavolo a quattro contro i nuovi parcheggi in centro e le ridicole "semi"pedonalizzazioni, ma finii nel tritacarne: cacciato dalla maggioranza dopo che mi rifiutai di approvare "Pensiamo in grande", che ha aggiunto nuovi parcheggi di prossimità e squarciato una ZTL che era già un colabrodo.

L'Amministrazione adesso è cambiata, perciò mi aspetto una svolta radicale, in ossequio alle promesse elettorali ma soprattutto al buon senso. Spero non si facciano intimidire da una possibile momentanea impopolarità e che non rimandino tutto alle calende greche, aspettando l'araba fenice del nuovo piano del traffico, perché sulla mobilità Livorno non può più continuare ad essere la vergogna d'Europa.

Andrea Romano - Resistere/Azione civica

AZIENDE PARTECIPATE: CON I PRIVATI AUMENTANO TARIFFE, DEBITI E SPRECHI



La consigliera regionale Gazzarri cerca di tenere il punto (Tirreno 26.10.14) sul tentativo della Regione di forzare la mano ai comuni nel perseguimento delle politiche promosse dalla lobby di aziende private o privatizzate rappresentata dalla Cispel, guidata dall'ex coordinatore regionale dei DS e finanziata dalle aziende stesse attraverso le tariffe pagate dai cittadini.
Stavolta si tratta dei rifiuti, di cui la Regione cerca di privatizzare la gestione insultando la volontà dei cittadini e minacciando commissariamenti se AAMPS non verrà ingoiata da Retiambiente, già pronta per essere consegnata a speculatori privati.

Mi pare che Gazzarri, per difendere l'indifendibile, eviti di rispondere alle mie domande: in Regione hanno davvero messo a confronto gestioni "frammentate" e gestioni unificate (come quelle delle grandi multi-utility quotate in borsa) ricavandone la convinzione che nel secondo caso sia aumentata l'efficienza anziché i debiti, gli sprechi e le tariffe? Hanno davvero spulciato i bilanci di Iren, A2A, Hera, ecc. oppure ripetono a pappagallo le filastrocche delle lobby, interessate ad arraffare business monopolistici a buon mercato?

Tutto il resto, compresa l'ineluttabilità delle fusioni e delle privatizzazioni, sono leggende facilmente smentibili: basta fare l'elenco dei comuni che si sono tenuti fuori da certi percorsi e che ci hanno solo guadagnato: ho fatto solo l'esempio di Pistoia sul trasporto pubblico, ma anche su questo Gazzarri ha ritenuto di sorvolare.

Andrea Romano - Resistere/Azione Civica

LASCIAMO IDV, DOBBIAMO "RESISTERE" AL RENZUSCONISMO!


All'indomani della spaccatura tra Di Pietro, uscito da IDV, e il nuovo gruppo dirigente che ha approvato una linea di collaborazione col PD nonostante le molteplici intese di Renzi con la galassia berlusconiana, gli iscritti si sono trovati di fronte al bivio: condividere la linea di Di Pietro, ammaccato da finti scandali e qualche errore ma sempre combattivo, oppure rassegnarsi alla realpolitik, che consiglia di aspettare tempi migliori?

Noi non possiamo accettare l'approvazione, da parte del governo presieduto dal segretario del PD, di provvedimenti di stampo "berlusconiano" in settori fondamentali quali le riforme costituzionali, della giustizia, del lavoro e dell'ambiente. A maggior ragione costituisce a nostro avviso una lacerazione inedita il fatto che questo patto tra Renzi e Berlusconi, che di fatto distrugge il centrosinistra, venga adesso replicato ufficialmente anche sul territorio, come è successo durante le elezioni provinciali a Livorno, in cui ha prevalso un sindaco PD grazie ai voti dei consiglieri di Forza Italia.

La posizione politica attuale dell'IDV per noi è legittima ma non possiamo condividerla, essendo determinati a continuare le battaglie di questi anni, a partire dai referendum del 2011, nati per difendere diritti e beni comuni e contrastare i conflitti d'interesse.

Nasce perciò un gruppo territoriale che ha intenzione di "Resistere" al renzusconismo imperante, determinato a continuare a testa alta le nostre battaglie, con l'appello lanciato anni fa dal procuratore Borrelli che ci risuona sempre in testa. Lo faremo senza l'intenzione di fondare l'ennesima lista o partitino: "Resistere" non si presenterà alle elezioni, ci mobiliteremo sul territorio riservandoci di sostenere iniziative di carattere più ampio se andranno nella direzione della nascita di una coalizione democratica, lontana dalle attuali derive consociative basate sui rapporti tra politica e affari e sull'impunità della classe dirigente.

Enrico Celanti
Eugenio Moschella
Domenica Quattrocchi
Andrea Romano
Elena Salvestrini
Giancarlo Spinelli
Roberto Ulivieri