lunedì 21 dicembre 2015

SOSTA SELVAGGIA, COSA ASPETTA IL COMUNE A PEDONALIZZARE IL CENTRO?

Non dobbiamo stupirci se tanti livornesi continuano a parcheggiare in divieto di sosta davanti ai locali della "movida", nonostante i gestori in alcuni casi abbiano pure offerto il parcheggio gratuito a pochi metri di distanza: se posso usare l'auto tendo ad avvicinarmi il più possibile all'obiettivo, perfino se rischio una sanzione. Il problema è culturale e lo si risolve solo chiudendo il centro alle auto, costringendo i non residenti ad entrare con navette, bici e mezzi in condivisione.

Così stanno facendo Oslo, Helsinky, Amburgo, che vogliono diventare car-free entro il 2020, mentre Parigi sta raddoppiando le piste ciclabili e Cambridge pedonalizzando ha fatto rinascere il centro ed i suoi servizi commerciali. A Milano si contano 51 auto ogni 100 abitanti contro le 65 di dieci anni fa, mentre il car-sharing viene utilizzato ormai da oltre 300.000 persone.

E Livorno? L'ex assessore Gordiani, come i suoi predecessori, pare abbia studiato tanto il problema ma poi non ha fatto niente, a parte le solite rotatorie. Eppure abbiamo parcheggi di scambio vuoti e piste ciclabili occupate dalle auto. Senza spendere un euro, basterebbe chiudere il centro, collegare quei parcheggi a navette (con biglietto unico park-bus) e sgombrare le ciclo-piste a suon di carro attrezzi, ed ecco che anche Livorno potrebbe considerarsi una città civilizzata, con meno smog, incidenti, degrado. Grillo predica queste cose da 20 anni, ora sta al M5S mettere in pratica finalmente il programma elettorale.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

NUOVO PIANO INDUSTRIALE AAMPS, CONSIGLIERI PRESI IN GIRO UN'ALTRA VOLTA


pubblicato il 9 dicembre 2015:

Dopo aver ritirato il "terrificante" (cito l'assessore Lemmetti) piano industriale partorito in estate, i vertici Aamps hanno ora diffuso una nuova bozza, la quale non è altro che uno zibaldone formato dal vecchio piano con progetti tagliati e aggiunti alla rinfusa.
A pagina 6, 9 e 45 ci si continua a porre l'obiettivo del gestore unico Retiambiente, nonostante il Comune proclami da mesi una (finta?) opposizione alla privatizzazione, mentre a pag. 42 addirittura è scritto che l'azienda "si farà parte attiva affinché sia affidato a Retiambiente" il servizio di riscossione della tariffa, visto il "prossimo conferimento di Aamps" nel carrozzone voluto dal PD.
In modo ancor più sfacciato, a pag. 43 ci si compiace dell'aumento tariffario di 11 milioni di euro deciso a copertura dei crediti non riscossi, perché "valorizza il patrimonio della società in vista delle perizie per il conferimento in Retiambiente": la privatizzazione la fanno pagare a noi in bolletta! 
L'inceneritore è ancora considerato come "interessante opportunità commerciale" in ragione della "capacità produttiva inutilizzata": in sostanza progettano di bruciare sempre più rifiuti dall'area vasta.
A pag. 41 infatti, l'inceneritore viene magnificato per le sue "elevatissime prestazioni in termini di contenimento dell'impatto ambientale", così come a pag. 46 viene ancora definito un "vantaggio competitivo a basso impatto ambientale".
Venendo ai progetti, quello da ben 5 milioni per "efficientare" il forno è stato eliminato (ammettendo implicitamente lo spreco che rappresentava), ed al suo posto spunta qualche specchietto per le allodole, come il costosissimo "museo dei rifiuti per bambini" (2.500.000 euro, pag. 67).
La tariffa puntuale è ancora ghettizzata a Montenero (pag. 118), tuttavia se prima era prevista entro il 2016 adesso è scivolata magicamente al 2019. Il porta-a-porta (PAP) viene esteso a 40.000 abitanti al costo previsto di 2.420.000 euro entro il 2018, mentre nel piano precedente l'estensione a 30.000 abitanti costava solo 400.000 euro. Quei 10.000 abitanti in più farebbero sestuplicare la spesa? Date e cifre a casaccio, tanto è vero che a pag. 68 si prevede solo a chiacchiere l'estensione del PAP in tutta la città entro il 2017, che a pag. 71 diventa già il 2018.
Mentre il Comune chiede il concordato preventivo, l'azienda ripropone quindi un piano faraonico (22 milioni di spese) così incentrato su privatizzazione e inceneritore da sembrare scritto dal PD.
Chissà adesso cosa diranno i parlamentari grillini come Zolezzi, che ad agosto definì il piano "ridicolo" e chiese un "piano di dismissione dell'inceneritore". Stavolta non ci sono più scuse, l'attuale vertice Aamps deve passare l'incarico a veri esperti che rispettino gli indirizzi del Consiglio comunale.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

RIFIUTI: IL M5S SI RICOMPATTI SOSTITUENDO CHI NON E' ADEGUATO

pubblicato il 3 dicembre 2015:

Nella "guerra dei rifiuti" che si è scatenata a Livorno, ampiamente prevista da chi - come il sottoscritto - temeva strane manovre per costringere AAMPS a suicidarsi per essere inglobata nel carrozzone privatizzato "Retiambiente", è difficile evitare di criticare sia il PD che il M5S, attori principali dello scontro politico.
Il PD livornese, anziché tacere per la vergogna dei debiti lasciati in eredità al cittadino, ha la faccia tosta di proporre soluzioni, tutte incentrate sulla privatizzazione.

Perché invece di fare battaglie ideologiche non mettiamo a confronto gestioni pubbliche e privatizzate? Non credo che qualcuno sia in grado di indicare esempi di privatizzazione che hanno funzionato: in Italia le gestioni migliori sono tutte pubbliche, dalla Contarina spa di Treviso (centrodestra) all'ASCIT di Capannori (PD) e così via, tutte senza costosi inceneritori ma con altissime percentuali di raccolta differenziata e tariffe contenute.
Il caso AAMPS è diverso, costa il doppio rispetto ad altre aziende pubbliche toscane come Publiambiente di Empoli. Quindi il suo problema non è la mancanza di un gestore privato a caccia di profitti, ma di assessori e dirigenti competenti che aggrediscano sprechi e inefficienze.

L'errore principale del M5S sta tutto qui, nell'aver riprodotto le logiche lottizzatorie del PD anziché la promessa meritocrazia, il che ha aggravato una situazione già compromessa: presentarsi dopo 18 mesi senza un piano di risanamento approvato è scandaloso.

Il sindaco e i consiglieri comunali del M5S sono stati eletti dai cittadini ed hanno il diritto-dovere di governare, ma le persone da loro scelte per la giunta e l'azienda si sono rivelate inadeguate ad affrontare una crisi come quella di AAMPS: anche sotto l'eventuale controllo di un commissario del Tribunale possono far bene solo amministratori che hanno già affrontato crisi peggiori o altrettanto gravi, grazie a ricette che rispettino il programma elettorale scelto dai livornesi.
Su questo la maggioranza potrebbe ricompattarsi e prendere finalmente la giusta direzione, altrimenti è destinata a sprofondare.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

AAMPS COME IL PORTO: SARA' IL PD A GARANTIRE I VOTI PER LA PRIVATIZZAZIONE


pubblicato il 23 novembre 2015:

Come ampiamente previsto, l'agonia di AAMPS prosegue in attesa della salvifica privatizzazione di Retiambiente, che visto il caos ben organizzato sarà accolta come una liberazione.
Credo che ormai Nogarin e i 5 stelle siano arrivati al conquibus: la balla per cui la voragine di debiti sarebbe stata per loro una sorpresa non regge, tanto è vero che Rosi nel 2012 venne chiamato ufficialmente per evitare il fallimento, anche se poi non fece altro che rinviare i pagamenti ai creditori.
Pur conoscendo quindi le difficoltà estreme di AAMPS, i grillini si sono presi la responsabilità di continuare la tradizione PD riguardante la nomina di inesperti o incapaci. Vogliono prendere atto della loro irresponsabilità e rimediare in extremis?

AAMPS potrebbe salvarsi solo se bravi manager intervenissero subito (atti, non annunci) sui costi del servizio, circa 125 euro annui per abitante contro ad esempio i circa 73 euro per abitante di Publiambiente (100% pubblica come AAMPS), ammesso e non concesso di non toccare le spese di personale, pari a 84 euro annui per abitante contro i 42 euro di Publiambiente.
Nessuno ha mai avuto il coraggio o la capacità di affrontare questi nodi, limitandosi a scaricare tutto il loro peso sulle tariffe. 

La privatizzazione aggraverà ulteriormente la situazione e non serviranno eventuali sceneggiate grilline contro tale epilogo: scommettiamo che sarà il PD a garantire in consiglio i voti a favore del conferimento dell'AAMPS moribonda (quindi poco costosa per il privato) in Retiambiente? Proprio come è già successo per l'approvazione del PRG del Porto.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

A LIVORNO LA SETTIMANA PER RIDURRE I RIFIUTI E' LA SOLITA PAGLIACCIATA

pubblicato il 13 novembre 2015:

Giovedì scorso ho frequentato la prima lezione del corso gratuito sulla gestione dei rifiuti, tenuto a Livorno da Rossano Ercolini, esperto di livello internazionale che veniva idolatrato dal M5S in campagna elettorale e che è stato successivamente snobbato a favore dei soliti incompetenti col bollino "di partito" stampato in fronte. Infatti al corso c'erano molti cittadini ma nessun rappresentante istituzionale del M5S.

L'ennesima prova dell'ignoranza crassa sulla gestione dei rifiuti da parte degli enti preposti l'ho avuta apprendendo da un volantino della "settimana della riduzione dei rifiuti": andiamo bene, mi sono detto, Comune e AAMPS per parlare di riduzione dei rifiuti contribuiscono subito ad aumentarli stampando volantini, anziché utilizzare esclusivamente i social network e la pubblicità su giornali e TV.
Sul volantino sono elencate le iniziative, davvero penose, previste durante la "settimana": coinvolgimento una tantum di due o tre classi scolastiche, qualche bancarella e spettacolino...e poi tutto come prima. E' per questa fetecchia che paghiamo da anni assessori, dirigenti e manager?

Se fossero venuti al corso di Ercolini avrebbero appreso, gratis, che per ridurre davvero i rifiuti (quindi i costi di raccolta e smaltimento che dissanguano AAMPS e le nostre tasche) serve innanzitutto applicare la tariffa puntuale (a peso) su una raccolta porta-a-porta estesa, inoltre vanno promosse iniziative contro l'usa-e-getta nelle manifestazioni (per es. Effetto Venezia) e nelle pubbliche amministrazioni, azioni permanenti per il riutilizzo dei prodotti, diffusione dei negozi di prodotti "alla spina" e così via. Tutto a costo zero per il Comune ma con un enorme ritorno economico oltre che ambientale. Così a Treviso sono arrivati a produrre solo 350 kg di rifiuti per abitante all'anno, contro i quasi 700 kg di Livorno.
Niente di tutto ciò è stato fatto dal Comune, prima PD e poi grillino, ne' da AAMPS, solamente le solite carnevalate una volta l'anno di cui più che andare fieri dovrebbero vergognarsi.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

IL PARCHEGGIO SOTTERRANEO AI 4 MORI E' UNA FOLLIA


pubblicato il 6 novembre 2015:

Dopo le comiche sui rifiuti (quasi due anni solo per decidere che i debiti AAMPS se li deve accollare il Comune, sai che novità), ora la giunta Nogarin sembra pronta a toccare nuove vette di genialità nel settore traffico: l'assessore di turno definisce "bello, interessante e da valutare" il progetto osceno di un parcheggio sotterraneo tra la Prefettura e i 4 Mori.

Anche stavolta è un ritorno al passato, dopo la tragedia di SPIL all'Odeon, la desolazione del parcheggio di scambio in viale della Libertà, la necessità di sventrare una ZTL per provare a riempire di auto il Moderno (polemica che mi costò l'espulsione dall'allora maggioranza), per non parlare del progetto folle di parcheggio a silos in piazza Benamozegh.
Stavolta si vuole scavare a 20 metri dal porto mediceo (se in piazza Guerrazzi ci furono problemi di allagamento, stavolta affogheremo tutti), per sostituire gli attuali 152 posti auto in superficie con oltre 570 stalli sotterranei, in pratica il quadruplo. Tutto in "project financing", cioè il Comune non paga ma probabilmente dovrà impegnarsi ad invogliare il traffico verso la zona, perché i cittadini sborsino a suon di ticket i soldi per coprire l'investimento e garantire il profitto del costruttore e del gestore del parcheggio.

Gli specchietti per le allodole sono sempre gli stessi: "riqualificheremo la piazza con alberi, sculture, pratini all'inglese, gente felice che passeggia". Sì, come no, in mezzo ad un fiume di auto che sale e scende dalle rampe.
Peccato che la mobilità sostenibile, propugnata da Grillo e dai suoi seguaci da ormai 20 anni, preveda invece la diminuzione dei posti auto, come misura necessaria a combattere il cosiddetto "traffico indotto": anche un bambino capisce che più infrastrutture crei per le automobili e meno promuovi il trasporto pubblico, le biciclette e tutto ciò che serve a ridurre l'inquinamento e a riqualificare davvero una città.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

PRIVATIZZAZIONE AAMPS: TUTTI I DATI SMENTISCONO FILIPPESCHI

pubblicato il 23 ottobre 2015:

Le dichiarazioni del sindaco di Pisa Filippeschi, volte a costringere Livorno a regalare AAMPS al PD ed ai privati, nonostante il referendum del 2011 e la vittoria del M5S (da sempre contrario alle privatizzazioni), meritano un'analisi attenta:

1) Filippeschi dovrebbe dimostrare che unificando le aziende si conseguono vantaggi economici, perché finora il gigantismo, le privatizzazioni, le quotazioni in borsa hanno sempre aumentato debiti, tariffe, sprechi ed hanno reciso il legame tra aziende e territori;
2) il sindaco di Pisa parla di un "vincolo regionale" a costruire l'azienda unica Retiambiente, ma in realtà non c'è nessun vincolo: il decreto legislativo 267/2000 affida ai comuni la libera scelta se aderire o meno, infatti Filippeschi si arrabbia perché Livorno non ha ancora messo la testa sotto la ghigliottina;
3) parlare di una società unica capace di ridurre sprechi, clientele e inefficienze è raccontare favole: basti pensare alla vicenda del CTT-Nord, che ha visto Livorno regalare ATL all'area vasta comandata da Pisa e Prato, per avere poi un peggioramento della situazione su tutti i fronti ed assistere alla sconfitta nella gara sul trasporto pubblico;
4) affermare che i privati portano capitali freschi è opinabile, visto che arrivano per lucrare un profitto da servizi gestiti in monopolio: in realtà propongono sempre di trovare i soldi aumentando le tariffe, chiedendo prestiti alle banche e tagliando i servizi a chi è più debole;
5) quando Filippeschi afferma che spetterà ai Comuni la programmazione del servizio non tiene conto dello statuto di Retiambiente, che all'art. 18.2 assegna al privato un potere di veto su tutte le questioni rilevanti.

E' possibile che nelle prossime settimane si assista ad un pressing incredibile sui consiglieri comunali livornesi, perché approvino la delibera di conferimento di AAMPS in Retiambiente. Non escluderei neanche episodi di "monnezza per le strade", allarmi sui conti e proteste più o meno organizzate: in ballo c'è un business da 6 miliardi di euro e squali pronti a tutto per accaparrarselo.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

RETIAMBIENTE: 5 DOMANDE ALLA GIUNTA 5 STELLE

pubblicato il 19 ottobre 2015:

A Livorno va avanti da mesi il surreale dibattito, in cui sindaco, assessori e consiglieri si smentiscono continuamente tra loro, sul prossimo suicidio di AAMPS per far posto alla privatizzata Retiambiente s.p.a.
A questo punto vorrei fare alcune domande alla giunta:
1) avendo chiaro che il bacino di utenza di AAMPS (160.000 abitanti circa) è più che sufficiente a garantire efficienza al servizio, perché insistere nel percorso di area vasta, già rivelatosi fallimentare per gli altri servizi pubblici?
2) l'esempio della Parma grillina, che sta aspettando la fine della concessione alla privatizzata IREN per ricostituire un'azienda comunale dei rifiuti, non basta a stoppare il percorso contrario che sta facendo Livorno?
3) visto che i grillini parlano dei sindaci PD come fossero appestati, chi glielo fa fare di mettere in comune con loro il servizio rifiuti per ben 25 anni, cioè la durata della concessione che avrebbe Retiambiente sul nostro territorio?
4) la favola di Retiambiente che rimane tutta pubblica per far contento Nogarin vale poco, ma se anche fosse, chi garantisce che una volta disintegrata AAMPS il gruppo dei sindaci PD della costa toscana non metta in minoranza l'unico comune 5 stelle della zona, decidendo la privatizzazione o in ogni caso politiche basate su incenerimento e discarica?
5) l'esempio terrificante del CTT-Nord, dove Nogarin (stritolato dall'egemonia del PD) non riesce neanche a far dimettere i rappresentanti aziendali che ha nominato lui, non basta a tenere i grillini alla larga da certi carrozzoni, fatti apposta per diluire ogni rapporto tra vertici aziendali e territorio?
Credo che la giunta abbia il dovere di fornire le risposte ai cittadini, sapendo che la legge e gli atti sottoscritti dal Comune permettono di uscire da Retiambiente e risanare AAMPS con politiche virtuose: un epilogo diverso costituirebbe una discrezionale, libera, clamorosa scelta presa in contrasto con le promesse elettorali ed il referendum. 

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

LA VERITA' SU RETIAMBIENTE? I GRILLINI SI DECIDANO A STUDIARE LE CARTE

pubblicato il 2 ottobre 2015:

Dieci giorni fa, in una lettera pubblicata dal Tirreno, valutavo lo strano silenzio calato su Aamps come un preludio al caos ed alle brutte sorprese, poi puntualmente arrivate. Siamo purtroppo ancora all'inizio: c'è la possibilità che ben organizzati poteri lobbistici, dentro e fuori l'azienda ed il palazzo comunale, alimentino la confusione per favorire la svendita di Aamps agli speculatori privati che prenderanno il comando della nuova s.p.a. Retiambiente. Una eutanasia assistita che molti danno per scontata.

La verità è che il Comune non è affatto obbligato a conferire Aamps in Retiambiente, per capirlo basta che assessori e consiglieri si decidano a studiare le carte, invece di pendere dalle labbra dei "tecnici":
1) secondo l'art. 42 del Testo Unico Enti Locali, il Consiglio comunale è l'unico organo legittimato a decidere su "concessione di pubblici servizi e partecipazione a società di capitali", quindi non è possibile che la Regione o l'ATO possano prendere decisioni al suo posto;
2) la delibera del Consiglio n. 151/2011, che grillini volevano incomprensibilmente abrogare, ribadisce il concetto più volte: a pag. 3 si legge che "la competenza in materia resta propria degli enti locali" e che l'ATO ha solo "specifici compiti operativi". Il Consiglio comunale infatti ha stabilito solo l'adesione iniziale a Retiambiente, "riservandosi successivamente" (pag. 8) l'eventuale conferimento di Aamps;
3) tale conferimento resta una "libera scelta" del Comune, come viene specificato sempre nella delibera 151 a pag. 7, dove viene anche chiarito che per un passo del genere è necessaria una nuova "delibera assembleare": quindi non è ancora stato sottoscritto nessun obbligo; stesso discorso vale per la concessione del servizio rifiuti: la Regione o l'ATO non potranno mai affidarlo a Retiambiente se il Consiglio comunale vuole lasciarlo ad Aamps;
4) per "uscire" da Retiambiente non c'è bisogno di abrogare nessuna delibera, basta applicare l'art. 6 dello statuto di Retiambiente, che consente la vendita delle azioni acquistate dal Comune (per un valore di sole 13.000 euro) "in favore di altri soci pubblici" oppure "di soggetti privati".

Tra l'altro, le motivazioni politiche per un ritiro, oltre al cambio di bandierina sul municipio, sarebbero di ferro, visto che le date indicate nella delibera 151 erano dicembre 2011 per la scelta del socio privato di Retiambiente e luglio 2012 per la stipula del contratto di servizio tra ATO e Retiambiente, scadenze rinviate più volte dall'ATO e tuttora non rispettate.

Andrea Romano 

INERZIA DEL COMUNE SU AAMPS, SILENZIO TOTALE SU OGNI INIZIATIVA


pubblicato il 17 settembre 2015:

Mentre altri comuni a 5 stelle o amministrati da politici che aderiscono alla strategia rifiuti-zero stanno facendo velocemente passi da gigante, implementando politiche virtuose e riducendo costi e debiti, a Livorno assistiamo ormai da un anno e mezzo ad un incredibile gioco a nascondino sulla gestione dei rifiuti, ricco business sul quale grossi speculatori privati vogliono mettere le mani, aspettando il momento del disastro definitivo (ormai alle porte) per farlo a prezzi stracciati.

Infatti, una serie di iniziative non sono ancora approdate neppure in Consiglio comunale, senza nessuna ragione apparente ed in assenza di qualsiasi spiegazione convincente.
La commissione speciale su AAMPS è stata istituita lo scorso aprile e si era data 60 giorni per concludere il suo lavoro, presentando una relazione pubblica, ma ormai di giorni ne sono passati oltre 150 e le registrazioni delle sue riunioni continuano a rimanere segretate.
Il famoso "dossier Marzovilla" che ha addirittura dato avvio ad alcune inchieste giudiziarie, sulle quali è già calato il silenzio, non è ancora stato pubblicato integralmente, neanche fossero informazioni coperte da segreto di stato.

La bozza di piano industriale di AAMPS, preparata dall'azienda e diffusa a pochi fortunati, è tornata nel cassetto senza che nessuno abbia nel frattempo voluto discuterne nelle sedi istituzionali, come la VI commissione oppure il Consiglio comunale.
Insomma, non solo non si intravede ancora nessun tipo di intervento strutturale concreto, ma il dibattito su AAMPS e la gestione dei rifiuti continua ad avvenire nelle segrete stanze e senza nessuna trasparenza. Prima o poi scopriremo il perché e saranno, temo, brutte sorprese.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

AAMPS, LE SCUSE DEI GRILLINI NON SONO CREDIBILI

pubblicato l'11 agosto 2015:

Di fronte alle critiche piovute sul piano AAMPS da ogni parte, l'amministrazione dovrebbe con umiltà ammettere i propri errori e porvi rimedio, invece di difendersi raccontando frottole, consapevolmente o meno.
Il piano industriale nell'attuale stesura è inequivocabilmente a favore della privatizzazione e dell'incenerimento dei rifiuti, politiche che vanno in senso diametralmente opposto a quelle predicate dai grillini.

A pagina 43 del piano, si dice addirittura che l'inceneritore inquina come lo 0,1% delle auto in città, praticamente una meraviglia ecologica! Si da per scontata la fusione in Retiambiente, che secondo il proprio statuto tra pochi mesi sarà in mano ai privati ed al blocco di amministrazioni PD dell'area vasta (già firmato con i sindacati il passaggio dei dipendenti).
Una pianificazione seria, pluriennale, si può fare solo escludendo la fusione, altrimenti come fai a vincolare decisioni che prenderanno altri, quando AAMPS non esisterà più? 

L'ultimazione dei famosi impianti di riciclo, infatti, citati come la dimostrazione dell'impegno ambientalista dei 5 stelle, viene prevista tra almeno tre anni (pag. 60 del piano), quando ormai a decidere saranno altri poteri rispetto al Comune di Livorno.
Nel piano si parla dell'incenerimento come di un "vantaggio competitivo aziendale a basso impatto ambientale" (pag. 49) e non c'è nessun progetto per diminuire nel tempo la quantità di rifiuti incenerita, anzi si propone di spendere 5 milioni di euro per il forno, da ammortizzare in 15 anni di lavoro a pieno regime dell'impianto (pag. 139). Il porta-a-porta è tenuto al minimo, contro le promesse elettorali. Non viene mai citata la strategia rifiuti-zero.

Dare la colpa di questo voltafaccia ai debiti è puerile, perché da anni sono pubblicamente quantificati tra i 22 e i 28 milioni e venne pure chiamato Rosi tre anni fa per evitare il fallimento. Ora i grillini dicono che per spegnere l'inceneritore bisogna prima risanare l'azienda? Lo diceva anche il PD, ma non è vero: a Messina l'azienda è in liquidazione ed ha ben 35 milioni di debiti, ma ha subito iniziato con rifiuti-zero proprio per risanarsi, così come hanno fatto i grillini a Parma dopo gli arresti e gli scandali precedenti. E' proprio l'incenerimento a costare quattrini, insieme alle discariche. I pentastellati se lo sono dimenticato?

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

PROMESSE TRADITE, PER GRILLO LIVORNO E' ZONA FRANCA?


pubblicato il 30 luglio 2015:

IlConsiglio comunale ha approvato l'ennesimo salvataggio di AAMPS a suon di milioni, dopo appena qualche mese dall'ultimo aumento della tariffa.
Quello che lascia sbalorditi è che i grillini hanno consentito questo nuovo esborso per i cittadini, preludio ai prossimi, senza aver prima approvato ne' il piano industriale ne' il bilancio dell'azienda. Insomma la solita cambiale in bianco.

E' difficile tenere il conto, ormai, di tutte le promesse tradite da questa amministrazione sul fronte della politica dei rifiuti, sul quale si era già andata a schiantare quella precedente.
Il Movimento 5 stelle proclama ovunque di volersi opporre alle privatizzazioni nei servizi locali e di voler applicare la strategia della differenziata porta-a-porta e del riciclo, contro gli inceneritori. Chiacchiere a parte cosa è stato fatto finora a Livorno? 

Sul fronte delle privatizzazioni, il Consiglio comunale approvò lo scorso settembre una delibera per uscire dal percorso di Retiambiente, aggregazione creata dal PD per privatizzare AAMPS e garantire profitti per i prossimi 20 anni agli speculatori. I sindaci del PD riuniti in ATO Costa impugnarono subito la delibera al TAR ma stranamente Nogarin non informò i consiglieri. Dopo quel bizzarro episodio, nessuno ha più messo in discussione Retiambiente, anzi i piani di AAMPS sono rivolti totalmente alla fusione, raccontando la panzana della società "tutta pubblica", smentita dagli atti ufficiali che dicono il contrario.
Per quanto riguarda la differenziata, il programma elettorale garantiva l'estensione del porta-a-porta a tutta la città entro il primo anno di mandato, invece è stata bloccata l'estensione già programmata a 23.000 abitanti e i piani attuali rinviano al futuro il misero obiettivo dei 30.000 abitanti, meno di un quinto del totale.

Per non parlare dell'annunciata volontà di chiudere l'inceneritore, che fa a pugni con i costosi progetti aziendali per renderlo "più efficiente". Non si è vista neanche l'ordinanza per vietare l'usa-e-getta a Effetto Venezia, che i grillini chiedevano al PD dal 2011 mentre adesso si sono dimenticati di quello che chiamavano "Effetto monnezza", cioè la discarica a cielo aperto che AAMPS ripulisce a spese nostre ogni mattina dopo la manifestazione.
Grillo dice che i politici sono nostri "dipendenti a progetto" e che se non dimostrano subito di realizzare il programma devono andarsene a casa. Ma vale anche per il Comune di Livorno oppure questa è zona franca?

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

AAMPS, VICENDA DISGUSTOSA. CHE FINE HA FATTO NOGARIN?

pubblicato il 27 luglio 2015:

Si fa davvero fatica a trattenere il disgusto per la vicenda di AAMPS. Da decenni i problemi vengono lasciati accumulare in ossequio agli interessi della politica, mettendoci ogni tanto una pezza con mutui, contributi straordinari e aumenti della tariffa: tanto pagano i cittadini, mica i responsabili!

I nodi sembrano essere arrivati al pettine con l'intervento della Procura e della Polizia, ma se mai l'inchiesta porterà a qualcosa (e sarebbe già una novità nel panorama di archiviazioni e prescrizioni a cui solitamente si assiste) ciò non basterà a togliere le castagne dal fuoco agli attuali amministratori. Perfino coloro che qualche era geologica fa fecero scelte a dir poco scriteriate, come l'esternalizzazione degli spazzini, ora salgono in cattedra e criticano, mentre i più recenti "ex" e gli amministratori in carica giocano a scaricabarile.

La madre di tutti i problemi, lo faccio notare da anni, è stato aver lasciato gestire l'azienda a persone che non avevano nessuna esperienza professionale nella gestione dei rifiuti, sostituita spesso con una bella tessera politica in tasca. Durante l'ultimo anno, in cui dovevano trionfare finalmente i curriculum, è stato composto un consiglio di amministrazione formato da due candidati nelle liste del movimento 5 stelle (alla faccia della meritocrazia) e da un ex-amministratore di EALP nominato ai tempi del PDS (bel ricambio). Mentre costoro suppongo stiano imparando come funziona un'azienda di rifiuti, non avendone mai gestita una, i problemi si aggravano.

Il sottoscritto era riuscito a far nominare Rossano Ercolini nell'Osservatorio comunale e Raphael Rossi a fianco dell'azienda, oltre a mettere in contatto Alessio Ciacci e Paul Connett con il Consiglio comunale: esperti di livello internazionale che possono vantare successi in tutta Italia. Ma sono stati prima neutralizzati dal PD e poi inspiegabilmente banditi dai grillini.
Così la promessa elettorale di eliminare i cassonetti entro il primo anno in tutta la città è diventata il naufragio della politica rifiuti-zero e l'ennesimo aumento della tariffa. Tra poco ci aspetta il fallimento o la privatizzazione selvaggia. Si sono già dimenticati che per il M5S i politici "dipendenti" o rispettano il programma o devono essere subito mandati a casa dagli elettori "datori di lavoro"?

Dopo la commissione d'indagine riunitasi per mesi scandalosamente a porte chiuse, il colmo è stato assistere alle critiche di un assessore al vertice di AAMPS, che a sua volta critica il consulente chiamato a scrivere il piano industriale. Ma il direttore d'orchestra, colui che ha nominato tutti costoro e dovrebbe coordinarli, cioè il sindaco, dov'è? Cos'ha da dire mentre i "suoi" si attaccano a vicenda e la polizia fa andirivieni tra il Municipio e l'azienda? 

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

lunedì 13 luglio 2015

LA BANDIERA GRECA SUL MUNICIPIO NON RESTI SOLO PROPAGANDA

Mi ha fatto piacere l'iniziativa simbolica del sindaco Nogarin di far issare la bandiera greca sul municipio all'indomani del referendum che ha respinto le proposte di accordo della Troika, a base di ulteriori privatizzazioni e speculazioni. E' stato a mio parere giusto sostenere la battaglia del popolo greco, a prescindere da come andrà a finire la vicenda dopo la spaccatura all'interno di Syriza.
Vorrei però che l'amministrazione pentastellata agisse di conseguenza, per esempio nella gestione delle aziende comunali, selvaggiamente privatizzate o comunque avviate a quel patibolo dall'apparato PD, con risultati sotto gli occhi di tutti: sprechi, inefficienze e impennate delle tariffe.
In altri comuni, è stato addirittura lo stesso PD a fare retromarcia riportando in mano pubblica i servizi locali, dimostrando che non ci sono ostacoli normativi: a Formia, per esempio, è stata creata dal sindaco PD un'azienda dei rifiuti totalmente pubblica chiamata "Formia Rifiuti Zero", data in gestione al manager anti-sprechi Raphael Rossi che in un solo anno ha fatto scendere le tariffe aumentando i servizi.
A Livorno non possiamo celebrare il coraggio del popolo greco e poi sottometterci ai diktat della "troika" nostrana, rappresentata da Regione, sindaci di ATO Costa e gestori privati: la nostra AAMPS, che forse qualcuno vuole spingere verso la rovina per poi svenderla meglio, dovrebbe cessare di essere una s.p.a. e trasformarsi in s.r.l. del Comune. Chiamiamola "Livorno Rifiuti Zero" e ritiriamoci dal percorso di privatizzazione di Retiambiente, come chiese il Consiglio comunale nell'autunno scorso.
Chi dice che non si può fare dovrebbe dimostrarlo carte alla mano, dopodiché dimettersi per aver fatto promesse a vanvera. Se invece a Livorno dimostreremo di avere almeno il coraggio non tanto di Varoufakis ma almeno del PD di Formia, la bandiera greca sul Comune non sarà più stata una semplice boutade propagandistica, ma l'annuncio di un vero cambiamento anche per la nostra città.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

LA COMMISSIONE "SEGRETA" SU AAMPS E' ILLEGITTIMA!


Qualche mese fa venni a sapere che la commissione speciale su AAMPS aveva deciso di riunirsi permanentemente a porte chiuse, estromettendo dall'aula cittadini e stampa, adducendo presunte norme regolamentari che imporrebbero tali modalità operative da loggia massonica o da gruppo investigativo anti-terrorismo.
Ricordandomi che l'analoga commissione su ASA, istituita un paio di anni fa, si era invece riunita a porte apertissime, mi andai a rileggere il regolamento, accorgendomi subito che in realtà l'art. 29 comma 5 stabilisce che la commissione debba chiudere temporaneamente le porte solo ed esclusivamente in caso di audizione di organi politici, vertici burocratici o aziendali attualmente in carica, oltre che dei dipendenti comunali.
Ho subito fatto presente il problema a vari membri della commissione, che a quanto pare se ne sono bellamente fregati ed hanno continuato a riunirsi come i carbonari nel Risorgimento anche per dibattere tra loro, ascoltare persone diverse da quelle sopraelencate, esaminare documentazione. Tutto questo violando il regolamento.
Mi è tornato in mente il periodo in cui il sottoscritto venne estromesso da quasi tutte le commissioni per mezzo di una manovra della maggioranza consiliare: a nulla valsero le mie segnalazioni su circolari ministeriali che imponevano la presenza con diritto di voto di ogni gruppo all'interno di tutte le commissioni. Dopo un mio esposto in Procura il Consiglio casualmente tornò sui propri passi, riformulando la composizione delle commissioni.
Lancio pubblicamente un appello perché la commissione speciale riporti i suoi lavori sui binari della legittimità e della trasparenza. Se c'è qualcosa riguardo l'AAMPS che non è mancato in questi anni sono proprio i segreti, per questo l'indagine va fatta alla luce del sole senza nascondersi dietro un cavillo, oltretutto sbagliato.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

BASTA SCIOCCHEZZE SULLA DISCARICA, LA SENTENZA PARLA CHIARO

Vista l'impressionante quantità di sciocchezze scritte da Bruno Tamburini (il Tirreno del 26.06.2015), che si compiace per la presunta salvezza della ditta Bellabarba attaccando i cattivoni che avrebbero messo in ginocchio un'impresa per il gusto di affamare 80 lavoratori, mi corre l'obbligo di raccomandare a tale cantore di meraviglie quali la progettata discarica a Limoncino un'attenta lettura della sentenza chiave di tutta la vicenda, parlo della n. 149/2014 del Tribunale di Livorno.
In quella sentenza vengono riservati giudizi durissimi sulle responsabilità del caos che si è venuto a creare con il progetto della discarica, la quale sicuramente non avrebbe potuto assicurare il posto di lavoro addirittura ad 80 dipendenti, ma solo a 4 o 5 e per poco tempo, fino a che la "buca" non sarebbe stata ricolma di monnezza.
Voglio rassicurare Tamburini che tra le responsabilità individuate dal magistrato non ci sono quelle afferenti i presunti "integralisti ambientali", che poi tanto integralisti non devono essere se il Tribunale ha ordinato alla Provincia (che scandalosamente non provvede, con il Comune che invece di protestare tace) di ridurre le tipologie di rifiuto autorizzabili da 108 ad una sola.
Quindi la verità empirica è opposta a quella descritta da Tamburini: l'azienda è entrata in crisi (e ci resterà, visto il concordato liquidatorio) per le difficoltà del settore e scelte quantomeno imprudenti, come quella di spendere denaro per realizzare una discarica in mezzo ad un'area di enorme pregio naturalistico, vicino ad insediamenti umani e senza neanche una via d'accesso concordata con gli interessati.
Se qualcuno dovesse mai pagare il danno causato ai lavoratori, dovrebbe trattarsi di quei soggetti istituzionali che hanno, all'insaputa del Consiglio comunale e della cittadinanza, promosso e favorito progetti imbarazzanti.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

venerdì 26 giugno 2015

CHE FINE HANNO FATTO LE 5 STELLE DEI GRILLINI?



Volendo fare un bilancio di questo primo anno di amministrazione "grillina" a Livorno, è opportuno a mio avviso concentrarsi anche sui cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle, che si chiama così non perché sponsorizza gli hotel di lusso ma perché il suo programma si caratterizza per 5 punti: acqua pubblica, rifiuti zero, mobilità sostenibile, energie rinnovabili e trasparenza.
Per quanto riguarda l'acqua pubblica, mi pare che non ci sia ancora la minima idea di come ripubblicizzare ASA, neanche se ne parla nelle commissioni. Due anni fa proposi una fusione con GAIA per risolvere i problemi di entrambe le aziende oppure di ricomprare le azioni del socio privato, utilizzando i ricavi di ASA Trade o riconvertendo i canoni arretrati, ma è tutto finito in cantina.
Rifiuti zero: le difficoltà di AAMPS hanno portato al blocco dell'estensione del porta-a-porta, ma se la sono cercata viste le nomine totalmente inadeguate al vertice aziendale. La commissione d'indagine istituita dal Consiglio comunale ha poi deciso di agire a porte chiuse pur non essendo obbligata a farlo, il che dice tutto anche sul punto riguardante la "trasparenza". 
Mobilità sostenibile: la stretta sulle sanzioni per chi si comporta in maniera incivile è un bel segnale, ma per pedonalizzare davvero il centro e puntare sul trasporto pubblico serve ben altro e per adesso siamo ancora fermi alle solite liti tra giunta e CTT, come quelle tra Nebbiai e Fontana di qualche anno fa.
Energie rinnovabili: non pervenute. Eppure ci sono possibilità di ogni tipo, dalle centrali kite-gen per le imprese fino ad un nuovo regolamento edilizio che incentivi le abitazioni a dotarsi di impianti ad energia pulita.
Insomma, è ovvio che durante il primo anno gran parte del tempo va perso per conoscere la macchina amministrativa (proprio per questo raccomandai ai nuovi amministratori di circondarsi di veri esperti) ma ci sono casi di altre città che, pur avendo avuto una "rivoluzione" politica al vertice e con le stesse difficoltà finanziarie (se non più gravi), nel primo anno sono riuscite a concretizzare importanti risultati: Napoli, Parma, Messina, ecc. 
Mi auguro perciò che il secondo anno sia per Livorno quello della svolta, dopodiché tutto scivolerà velocemente verso le prossime elezioni: se tutti i progetti non saranno già sui giusti binari difficilmente le promesse avranno il tempo di realizzarsi.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

SERVIZI, LA REGIONE CONTINUA A VOLER SBAGLIARE TUTTO

Ha fatto benissimo il Tirreno ad andare a vedere, con il servizio pubblicato martedì 26 maggio, dove va a finire in Toscana la cosiddetta raccolta differenziata dei rifiuti e ad indagare su come mai la percentuale della differenziata stessa non riesce a salire, se non lentissimamente, mentre le tariffe aumentano con "l'ecotassa".
La risposta della Regione è stata patetica e preoccupante, visto che la colpa di tutto secondo i nostri illuminati amministratori sarebbe delle aziende troppo piccole sparse sul territorio. 
Quello che interessa alla Regione è infatti promuovere le fusioni tra i gestori, trampolino per la privatizzazione totale del servizio tramite le famigerate "gare regionali" (quella sul trasporto pubblico ormai è peggio del Vietnam). 
Peccato per loro che il Tirreno abbia scovato le eccellenze del territorio toscano, Capannori e la zona empolese, che guarda caso sono gestite non da colossi privatizzati quotati in borsa ma da aziende del territorio (Ascit e Publiambiente), totalmente pubbliche e che hanno puntato subito sul riciclo ed il porta-a-porta, con risultati straordinari: differenziata oltre l'80%, di alta qualità, e tariffe in discesa.
In Toscana non servirebbe altro che copiare questi territori (già imitati perfino dalle metropoli d'oltreoceano), invece la Regione continua a voler fare il contrario per compiacere le lobby dei rifiuti, nonostante le grandi aggregazioni siano nemiche dell'efficienza e amiche del profitto riservato a pochi squali.
Basti pensare che i mega-impianti di smaltimento, che queste grandi aziende dovrebbero gestire, hanno bisogno di contratti almeno ventennali per ripagare l'investimento prestato dalle banche, fatto che ha sempre bloccato lo sviluppo del riciclo e del risparmio per garantire un flusso di rifiuti costante da bruciare nei forni inceneritori. Tanto paga (e respira) sempre il solito pantalone.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

MESSINA BATTE LIVORNO 10 A ZERO, SUI RIFIUTI CONFRONTO IMPRESSIONANTE


Ho letto le motivazioni descritte dai 5 Stelle per giustificare l'aumento della TARI e le altre difficoltà che hanno incontrato nel gestire la patata bollente AAMPS: un'azienda "tecnicamente" fallita per i revisori, con debiti e sprechi, ecc. 
Tutte questioni risapute da tempo, di fronte alle quali le uniche iniziative di rilievo durante il primo anno della "nuova era" sono state il blocco dell'estensione del porta-a-porta e l'aumento della tariffa, già a livelli record a causa delle precedenti gestioni, che criticai a suo tempo fino a farmi defenestrare dalla commissione comunale di controllo.
Vale la pena allora confrontare la realtà di Livorno con quella di Messina, dove l'azienda dei rifiuti non è solo "tecnicamente" fallita ma addirittura posta in liquidazione, dopo indebitamenti, emergenze e scandali di ogni genere: il nuovo sindaco ha chiamato subito a dirigerla l'ex assessore di Capannori Ciacci ed il manager Raphael Rossi, snobbati a Livorno prima dal PD e poi dai 5 stelle (che poi si lamentano se AAMPS continua ad avere difficoltà).
Ebbene, solamente in questo primo anno di nuova gestione, nonostante una situazione di gran lunga più grave rispetto ad AAMPS e partendo da una raccolta differenziata tra le peggiori in Italia, a Messina l'azienda dei rifiuti è riuscita a realizzare risparmi per 3 milioni di euro, tagliando sprechi e migliorando la differenziata, ha intercettato finanziamenti per il porta-a-porta da Comieco e Conai, ha approvato un codice interno di disciplina e un regolamento acquisti trasparenti, introdotto sgravi fiscali e apposite aree per il compostaggio domestico e collettivo, realizzato una piattaforma di selezione per la differenziata, esteso il porta-a-porta a 12mila abitanti (con riduzione tariffaria) e pianificato l'estensione a 100mila abitanti entro un anno, ha attivato già l'estate scorsa il servizio per la differenziata nelle strutture balneari, distribuito a Natale un buono sconto per chi conferisce rifiuti elettrici-elettronici, ecc.
Ecco spiegata la mia insistenza in questi anni perché AAMPS venisse affidata a veri esperti. Dopo un confronto impietoso ed impressionante come quello tra Livorno e Messina spero che l'amministrazione finalmente si convinca.
Intanto, un segnale immediato potrebbe essere almeno l'organizzazione di Effetto Venezia "a rifiuti-zero", che i 5 stelle giustamente chiedevano già nel 2011 per evitare sprechi e degrado.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

L'AUMENTO TARI DOVREBBE PAGARCELO CHI NON VUOLE I CONTROLLI

A proposito dell'aumento TARI, vorrei ricordare che il sottoscritto lo scorso 25 luglio chiese pubblicamente ad AAMPS, allora ancora governata dal PD nonostante la fresca elezione del nuovo sindaco, i motivi per cui l'azienda non pubblicava più le percentuali della differenziata nei singoli quartieri serviti dal porta-a-porta, aveva fatto calare il silenzio sui rilievi dei revisori dei conti sui contributi ricevuti per quel servizio ed aveva annunciato aumenti della tariffa "a causa del porta-a-porta". Mi chiedevo: forse sta andando tutto in malora?

AAMPS fece astutamente rispondere il nuovo assessore, che dopo aver avventatamente promesso l'estensione del porta-a-porta a Colline e Magrignano "entro febbraio 2015" (col cavolo) sorvolò poi su tutto il resto.

Successivamente ho avuto modo di chiedere anche i dati sui controlli effettuati nelle zone porta-a-porta, visto che si segnalano da tempo fenomeni estesi di migrazione dei rifiuti verso quartieri serviti dai vecchi cassonetti e di conferimenti errati nei bidoncini. Quante sanzioni sono state elevate negli ultimi due anni? Mistero.

Questo significa buttare consapevolmente i soldi dalla finestra, che a fronte degli aumenti tariffari è ancor più inaccettabile. 
Il porta-a-porta, se fatto correttamente, produce subito risparmi di spesa, dovuti alla riduzione dell'indifferenziato da smaltire ed ai minori costi chiesti da Revet e consorzi vari per il trattamento di una differenziata di alta qualità, mentre se è fatto male scarica sui cittadini tutto il peso di una raccolta più complicata e costosa. Per questo ovunque si fanno controlli precisi e severi, sanzionando i furbetti.

Con gli incassi di queste sanzioni e con un conseguente miglior funzionamento del servizio l'aumento TARI sarebbe stato meno salato o non ci sarebbe stato, invece anche stavolta ci rimettono tutti, anche i cittadini che collaborano correttamente con AAMPS e Comune. Di chi è la responsabilità dei mancati controlli? Ce lo paghino loro l'aumento della tariffa.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

LA PROVINCIA IGNORA IL TRIBUNALE SULLA DISCARICA!


Durante l'ultimo Consiglio Provinciale il presidente Franchi finalmente si è degnato di farci sapere se gli uffici dell'amministrazione di cui è capo e rappresentante legale abbiano rispettato la sentenza n. 149/2014 del Tribunale di Livorno, che impone la drastica riduzione delle tipologie di rifiuto conferibili a Limoncino: solo innocui calcinacci.
La risposta del Presidente sostanzialmente è stata: no, non l'abbiamo rispettata. Inaugurando così, a quanto pare, un ulteriore grado di giudizio nel sistema penale, dopo il passaggio in giudicato di una sentenza: quello del "chissenefrega". Il Tribunale non ha lasciato scelta alla Provincia ("si dovrà intervenire") ma la Provincia decide lo stesso di non intervenire?
Le motivazioni alla base di questa volontà di non rispettare la sentenza, aspettando le calende greche mentre la stessa parla chiaramente di uso "sollecito" del potere di autotutela e di intervento da esercitare "con sollecitudine", sono alquanto traballanti per non dire ridicole, anche se nessun consigliere sembra essersene accorto.
Franchi ha detto che non si può rilasciare la nuova autorizzazione finché non sarà concluso il "collaudo"? Peccato che l'art. 9 del decreto 36/2003 stabilisce ovviamente che i collaudi si fanno dopo e non prima del rilascio dell'autorizzazione, quindi tale spiegazione sembra proprio una fandonia.
Tralascio di approfondire le altre motivazioni accampate per temporeggiare, cioè quelle di dover sapere, prima di ridurre le tipologie di rifiuto, come andrà a finire la telenovela della strada pubblica o privata e se in futuro le competenze provinciali passeranno alla Regione, perché si commentano da sole. 
Mi chiedo perché, quando si trattò di rilasciare la vecchia autorizzazione con ben 108 tipologie di rifiuto da stoccare in mezzo ai boschi livornesi, di esercitare tutta questa calma e prudenza su collaudi, strade e competenze non si preoccupò nessuno.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

lunedì 27 aprile 2015

LIVORNO IN SVENDITA, PROMETTONO ROSE E PREPARANO SPINE

Aldo Repeti continua a sostenere la bontà delle privatizzazioni nei servizi pubblici (Tirreno del 23.04.15), tentando una replica al sottoscritto ma, con una buona dose di astuzia, senza prendere in considerazione le mie domande e i dubbi che avevo espresso.

Vorrei riportare la questione al merito ed agli esempi pratici, cominciando dalle mie perplessità (bollate come "populismo") sulla maggiore efficienza e onestà che un privato garantirebbe rispetto al socio pubblico: basti pensare alla REA, società dei rifiuti di Rosignano, che nel 2011 ha visto finire in carcere alcuni suoi amministratori privati con accuse di associazione a delinquere, estorsione e corruzione, per vicende in quel di Napoli e Catanzaro.

Repeti non ha saputo smentire nessuna delle mie affermazioni e non ha mostrato i documenti richiesti a sostegno del suo "gossip" sui milioni che AAMPS dovrebbe restituire in caso di uscita da Retiambiente. Era dunque una balla? Probabile.

Come una balla, e non altro, è quella secondo la quale la magica privatizzazione evita di scaricare tutto il costo del servizio sui cittadini, grazie alla presunta munificenza e generosità di questi investitori, pronti a frugarsi le loro tasche per consentire il calo delle tariffe: veri e propri filantropi che vogliono la felicità e il benessere del prossimo. 

Questo ovviamente non è mai successo, in nessuna parte del mondo. I soci privati cercano, legittimamente, di massimizzare il loro profitto, alzando le tariffe e tagliando sulla qualità. Gli esempi si sprecano e l'ultimo è stato pubblicato proprio dal Tirreno, col CTT-nord che annuncia l'acquisto di nuovi bus perché "finanziato al 55% dalla Regione Toscana" (cioè dalle tasse) e che taglia le corse appena il Comune gli taglia i trasferimenti (provenienti anch'essi dalle tasse).

Sconfortante, infine, il fatto che Repeti continui a chiedermi "alternative progettuali", dopo che gli ho ben chiarito gli esempi di Pistoia, Prato, Piombino e senza tener conto di tutte le realtà locali in cui i servizi sono rimasti in mano pubblica con ottimi risultati gestionali, grazie a regole di trasparenza molto più stringenti rispetto al passato.


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

giovedì 23 aprile 2015

DISBOSCAMENTI E DISCARICA, PERCHE' LA PROVINCIA NON RISPONDE?



Qualche giorno fa si è svolta una seduta del Consiglio Provinciale durante la quale il presidente Alessandro Franchi avrebbe dovuto rassicurare la popolazione per quanto riguarda la vicenda dei disboscamenti autorizzati sulle colline livornesi, oltre a chiarire in quali termini la questione può o no coinvolgere la discarica a Limoncino.

Le cronache hanno invece riportato le risposte a mio avviso evasive pronunciate nell'aula consiliare da Franchi, che a quanto pare sui disboscamenti si è fatto scudo con le leggi e le decisioni burocratiche, mentre sulle eventuali strade alternative per raggiungere la discarica ha passato la patata bollente al Comune, che su questo evita di esprimersi.

A questo punto, essendo l'opinione pubblica rimasta in attesa dei chiarimenti necessari, vorrei rivolgere come cittadino contribuente direttamente a Franchi le domande rimaste ancora senza risposta:

1) anche se i disboscamenti sono a norma di legge, è la Provincia a decidere quali limiti inserire nelle autorizzazioni. Perché vengono inseriti limiti talmente leggeri (75 matricine per ettaro) da consentire un vero e proprio scempio paesaggistico e ambientale? Perché gli organi politici non intervengono immediatamente con una direttiva per gli uffici?

2) la sentenza n. 149/2014 del Tribunale di Livorno ha ordinato alla Provincia di ridurre le tipologie di rifiuto conferibili nella discarica a Limoncino da 108 ad una sola: terre e rocce da demolizioni (codice 17.01). Questo ovviamente porta a conseguenze fondamentali dal punto di vista ambientale e urbanistico. La Provincia ha rispettato la sentenza?

Mi auguro che stavolta vengano fornite risposte precise ed esaurienti, nel rispetto dei principi di trasparenza che devono guidare gli amministratori e i funzionari pubblici, soprattutto quando una vicenda interessa l'intera comunità.


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

lunedì 20 aprile 2015

SERVIZI PUBBLICI, STIAMO ALLA LARGA DAI CARROZZONI

Trovo incredibile che ancora oggi ci sia da parte di qualcuno, in questo caso Aldo Repeti del PSI (il Tirreno del 17/04/2015), la mancanza di pudore politico necessaria per promuovere aggregazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Provo allora a smontare un pezzo alla volta le sue costruzioni logiche, apparentemente inoppugnabili.


Repeti innanzitutto sostiene che l'ingresso di AAMPS in Retiambiente non sarebbe una privatizzazione, ma una gestione mista pubblico-privata: questo è solo un trucco semantico perché se il privato ha i poteri di gestione e controlla il voto nel CdA, poco importa che la maggioranza delle azioni resti ai comuni, anzi è un modo per il privato di accaparrarsi il business risparmiando quattrini (deve acquistare meno azioni!).

Il segretario PSI poi afferma che l'aggregazione porta risparmi di spesa: in realtà, la favola delle economie di scala in questi settori è stata smentita dai fatti, basti pensare all'esempio del trasporto pubblico, visto che il carrozzone CTT-Nord sta trascinando Livorno in un baratro, mentre chi è rimasto "confinato" nel proprio territorio (Prato e Pistoia) gode ottima salute, o comunque sta molto meglio di noi.

Non è possibile attribuire le difficoltà attuali di AAMPS al fatto che la sua gestione si limiti al territorio livornese o sia pubblica. La colpa è del clientelismo politico sviluppatosi nei decenni, che non si elimina privatizzando (chi lo dice che un industriale sia più onesto di un sindaco?) ma introducendo regole trasparenti e vincoli di spesa.

Repeti gioca anche la consueta carta del terrore finanziario: "se AAMPS non entra in Retiambiente dovrà restituire 4 milioni di euro". Mi spieghi in base a quale documento tali finanziamenti sono stati vincolati all'ingresso nel carrozzone dei rifiuti. Non risulta.

Così come dovrebbe spiegarmi perché i 16 comuni della zona che hanno già deciso di non entrare in Retiambiente non sono stati colpiti da nessuna piaga biblica, e perché 9 tra questi hanno addirittura cambiato area vasta: Piombino per esempio si tiene la sua azienda totalmente pubblica, conferendo ad un consorzio (non una s.p.a.) i servizi di spazzamento e raccolta, ma non la gestione degli impianti.
Oltretutto, ci vuole stomaco a definire demagogico e anacronistico il "no alla privatizzazione" dei servizi locali, visto che dal referendum che ha obbligato il Parlamento (che se ne frega) a legiferare in questo senso sono passati solo 3 anni. Ma allora a che serve votare?


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

TRASPORTO PUBBLICO, CAMBIARE ROTTA PRIMA DEL COLLASSO


Dopo il taglio dei fondi al CTT-Nord (l'ex ATL) deciso dal Comune di Livorno, l'azienda risponde tagliando 140.000 km di corse all'anno in città. Si va verso il collasso del trasporto pubblico e del futuro dei lavoratori del settore, come il sottoscritto aveva previsto nel 2011, quando rifiutandomi di votare la delibera per lo scioglimento di ATL nel CTT-Nord dichiarai al Tirreno che "a farne le spese saranno lavoratori e servizi".

CTT-Nord funziona con lo stesso meccanismo infernale che seguirà Retiambiente per i rifiuti quando si sarà mangiata AAMPS (se così il sindaco vorrà): il socio privato ha il 35% delle azioni ma nomina la metà del consiglio di amministrazione e l'amministratore delegato, quindi comanda pur essendo in minoranza rispetto ai comuni. In più c'è una chicca: il socio privato CAP, azienda dei trasporti di Prato, è rimasto alla larga dalla fusione, evitando di entrare nel carrozzone. Geniale.

La privatizzazione doveva servire, a sentire gli estimatori di questa soluzione, a sollevare le casse pubbliche dal costo dei servizi grazie agli investimenti, invece guarda caso se il Comune taglia i fondi al CTT questo immediatamente annuncia il taglio delle corse, che si trasformerà anche in un taglio dei posti di lavoro. 

A Pistoia succedono cose differenti: l'azienda COPIT, che faceva parte del CTT ma poi decise di uscirne per restare in mano pubblica (a Livorno ci dissero che non era possibile, per nessuno!), lo scorso settembre ha approvato conti in attivo, mentre all'inizio del 2015 ha proceduto a fare nuove assunzioni, ad acquistare nuovi mezzi e addirittura ad esentare dal pagamento del biglietto gli utenti con un ISEE basso!

Il Comune di Livorno può ancora salvare il trasporto pubblico in tre mosse: chiudere al traffico il centro davvero e non a chiacchiere, controlli a tappeto contro chi non paga il biglietto e soprattutto uscire il prima possibile dal CTT-Nord come ha fatto Pistoia: per adesso si è limitato a nominare il Vicepresidente del CTT stesso, con un'indennità di circa 34.000 euro l'anno. Cambiate rotta finché siete in tempo.


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

giovedì 16 aprile 2015

RIFIUTI, UN CONSORZIO CERCA DI ROVESCIARE IL RISULTATO ELETTORALE!

Si legge sul Tirreno che il consorzio dei rifiuti ATO Toscana Costa ha presentato ricorso contro la delibera del Consiglio Comunale di Livorno che impedisce ad AAMPS di confluire nell'azienda Retiambiente. La notizia ha del clamoroso, perché a quanto pare si cerca di impedire ad un sindaco e ad un consiglio democraticamente eletti di dar seguito ai loro programmi amministrativi, che appaiono del tutto legittimi e rispettabili.

Innanzitutto va chiarito cosa sia l'ATO dei rifiuti: un ente composto dai sindaci della costa toscana (quasi tutti del PD, con un direttore che si becca uno stipendio di quasi 10.000 euro al mese) che vuole a tutti i costi che le aziende dei rifiuti della zona si uniscano tra loro nella mega-azienda Retiambiente, da privatizzare con una gara da 6 miliardi di euro.

Retiambiente è una trappola mortale che cerco da anni di evitare alla città di Livorno: come consigliere, nel 2011 mi rifiutai di votare la delibera sventolando lo statuto dell'azienda, secondo il quale per prendere le decisioni più importanti il consiglio di amministrazione dovrà registrare una maggioranza dei due terzi, consegnando così al privato (che vuole solo riscuotere profitti) un potere di veto assoluto su bilanci, tariffe, personale, fusioni, contratti, ecc. Le conseguenze per utenti e lavoratori sono facilmente immaginabili: tariffe ancora più alte, servizi ancora meno efficienti, tagli sociali e sacrifici ambientali.

Il nuovo Consiglio comunale, a differenza delle dichiarazioni altalenanti della Giunta (che ha anche omesso di informare il Consiglio del ricorso) e dell'AAMPS, si è per fortuna schierato inequivocabilmente contro questo diabolico percorso, ma per l'ATO dei rifiuti le elezioni evidentemente non contano niente: dobbiamo fare come dicono loro, anche se chi si era appiattito sulla loro volontà è stato cacciato via a furor di popolo.

Eppure, altri 16 comuni si sono rifiutati di entrare in Retiambiente, con 9 tra essi che hanno addirittura deciso, col benestare della Regione, di cambiare ATO unendosi ad altri territori! Livorno invece viene processata. Forse perché è un boccone troppo grande e appetitoso per rinunciarci?


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica