venerdì 11 novembre 2016

CONCORDATO E RETIAMBIENTE, LA POLITICA SMETTA DI NASCONDERSI

Come previsto, c'è chi approfitta del concordato per tentare il blitz sul conferimento di Aamps in Retiambiente. Parlo di tutti coloro che si schierarono subito per questa mega-privatizzazione di area vasta. Noncuranti delle dolorose legnate vergate dal TAR e dalla Procura di Firenze sulle altre due operazioni "gemelle" (inceneritore fiorentino e privatizzazione maremmana), ora costoro prendono a pretesto una relazione infarcita di dubbi e "sembrerebbe", stilata dal commercialista commissario di Aamps, che paventa il rischio di decadenza del contratto di servizio di Aamps a favore di Retiambiente, nel caso non si verificasse una fusione tra le due società.

Viene da ridere a pensare con quali uomini, mezzi e impianti Retiambiente potrebbe diventare "operativa" (sic) senza la fusione con Aamps, visto che ormai anche i sassi hanno capito che la competenza del Consiglio Comunale a decide in merito è inderogabile (art. 1 comma 4 e art. 42 TUEL, che prevale sul Codice Ambientale): sono pronto a dimostrarlo, se solo PD e M5S non scappassero sempre dal confronto. 

Il concordato rischia di saltare non certo per la leggenda metropolitana dell'occupazione "manu militari" della città da parte di Retiambiente, ma perché i progetti in esso contenuti rischiano di essere sballati. Per non parlare della procedura descritta nello stesso: il piano doveva essere approvato dal Comune, ma a quanto pare non esiste una delibera di giunta o di consiglio. Si legge anche che il piano rispetterebbe gli indirizzi dati dal Comune, cosa semplicemente non vera perché gli indirizzi parlavano di uscire da Retiambiente e spegnere l'inceneritore, non il contrario! 

Aamps a luglio aveva promesso di consegnare 300 pagine di allegati al piano di concordato, siamo a novembre e nessuno sembra abbia ancora visto questa documentazione. Alla fine del 2015, Nogarin e Lemmetti dissero di aver sporto denuncia per una sede "fantasma" di Retiambiente e per una serie di irregolarità, ma poi nessuno ha più verificato niente. Il c.d.a. di Aamps se ne sta a Milano, l'assessore Vece è occupato con il traffico e l'azienda tenta di ampliare il porta-a-porta senza investirci un soldo, visto che tutti i milioni vengono sprecati per la manutenzione di un inceneritore perennemente scassato. 

Come si fa a non pensare ad una colossale, costosissima presa in giro? Se non è vero, allora qualcuno ci dia spiegazioni. Non scappate.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 18 ottobre 2016

LE MINACCE DI ATO SU AAMPS SONO RIDICOLE, IL COMUNE SMETTA DI SUBIRLE



Continuano le minacce dell'ATO Rifiuti contro la città di Livorno, per costringere il Consiglio Comunale democraticamente eletto a conferire Aamps in una mega-società privatizzata, chiamata Retiambiente, che progetta di incenerire da noi tutta la monnezza della Toscana nord-occidentale.
Gli "ultimatum" di ATO riportati dal Tirreno, infatti, sarebbero solo ridicoli se non fossero preoccupanti, dato che qualche amministratore pasticcione o mal consigliato potrebbe cascarci e arrendersi alle pressioni.

Il Testo Unico degli Enti Locali non solo attribuisce una competenza "esclusiva" ai Consigli Comunali in merito a convenzioni/affidamenti dei servizi pubblici e partecipazioni a società di capitali (art. 42), ma chiarisce anche che "ai sensi dell'art. 128 della Costituzione" (inserito nell'art. 114 dopo la riforma del 2001), tutte le altre leggi dello Stato "non possono derogare" a questi principi (art. 1).

Quindi, al di là degli improbabili ricorsi decisi dal Comune sull'incostituzionalità degli ATO (fondati su motivi risibili e per questo già respinti dal TAR), è chiaro che questi Enti, pur legittimati nella loro esistenza, hanno bisogno di far ratificare le loro decisioni ai singoli Consigli Comunali.
Ecco perché, nonostante gli strombazzati e inapplicabili strumenti coercitivi previsti dalla normativa nazionale e regionale, alla fine si sono dovuti arrendere riconoscendo ai Comuni la "libera scelta" (delibera CC n. 151/2011) in ordine al conferimento in Retiambiente delle aziende preesistenti come Aamps.

Ma il Consiglio Comunale su questo ha già deliberato tre volte, con atto n. 108/2014 (linee programmatiche), n. 109/2015 e n. 189/2016, riconfermando sempre la volontà inequivocabile di non conferire Aamps in Retiambiente. 

Lo stesso Consiglio, con voto favorevole anche del Sindaco, aveva fissato al 10 luglio scorso il termine perché Giunta e dirigenti procedessero all'interruzione del percorso verso Retiambiente, invece è spuntato un piano industriale Aamps che è solo la brutta copia del piano ATO-Retiambiente: tenta di sfruttare il concordato per imporre l'incenerimento (riconosciuto "fattore di crisi aziendale"), come perno strategico di area vasta nei prossimi anni. Tutto questo contro la volontà del Consiglio e dei cittadini.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

martedì 20 settembre 2016

L'INCENERITORE SI E' FERMATO, LASCIAMOLO COSI' PER SEMPRE

Sembra che Aamps, zitta zitta, abbia spento un'altra volta l'inceneritore, fino alla fine di ottobre, per le solite costosissime manutenzioni del suo "prezioso" ferrovecchio, che stando al piano industriale (pag. 47) pesa sul bilancio per circa 6 milioni di euro l'anno, pari a circa 128 euro per ogni tonnellata di rifiuto indifferenziato prodotto a Livorno.
Nel frattempo le strade non si stanno riempiendo di rifiuti abbandonati: la nostra monnezza viene tranquillamente conferita in discarica, ad un costo mediamente inferiore e con un vantaggio ambientale non indifferente, dato che la cenere tossica dell'inceneritore finisce comunque in discarica ma dopo che tutto il resto è stato ridotto in fumo e fatto respirare agli ignari cittadini, che poi si ammalano dando la colpa alla sfortuna.
Non si può dire quindi che l'inceneritore non si può spegnere senza danneggiare i conti, questo è confermato dal fatto che molte altre aziende italiane hanno spento per sempre i loro forni dedicandosi al riciclo e ricavandone un beneficio economico. In una fase di risanamento di fronte al Tribunale questo è un concetto da tener presente!
Nell'ipotesi di un immediato spegnimento dell'inceneritore, dunque, l'azienda risparmierebbe denaro pubblico, l'inquinamento diminuirebbe in modo consistente, i lavoratori Aamps dedicati all'impianto farebbero quello che stanno facendo (?) in queste settimane di blocco, o magari verrebbero ricollocati in altri servizi, anziché assumere altre decine di persone in fase pre-fallimentare (come prevede il piano industriale).
Non solo, dedicandosi seriamente alla raccolta differenziata ed al riciclo, Aamps potrebbe far calare la produzione di rifiuti indifferenziati dell'80% e la produzione totale di rifiuti del 30%, come è successo altrove. Il risparmio per lo smaltimento sarebbe di almeno 5 milioni l'anno, più altri 4 milioni l'anno di risparmio per la raccolta e il trasporto, più gli ulteriori ricavi per la vendita del materiale differenziato per almeno 3 milioni l'anno: parliamo quindi di una generazione di liquidità totale ulteriore di circa 12 milioni l'anno, capace di ripianare i debiti concordatari in meno di 3 anni.
L'Aamps ha fatto questi calcoli? Ha valutato queste opzioni come gli aveva ufficialmente chiesto di fare il sindaco? Se è possibile spegnere subito l'inceneritore, figuriamoci se non si può programmare una sua graduale dismissione. In ogni caso appare sempre più assurda e anti-economica l'ipotesi di una continuazione dell'attività a pieno regime, sfruttando la monnezza importata da fuori Livorno.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 5 settembre 2016

CHE FINE HA FATTO L'ATTO SU RETIAMBIENTE PROMESSO DAI 5 STELLE?


Forse in Consiglio comunale hanno iniziato ad utilizzare il calendario astrale o quello maya, perché la delibera n. 189 approvata lo scorso 10 giugno impegnava il sindaco e la giunta a presentare "entro 30 giorni" un atto per formalizzare il non-conferimento di Aamps in Retiambiente (dato che per legge tale conferimento è una libera scelta del Comune), ma di giorni ne sono già passati quasi 90 e di quell'atto non c'è traccia.
Nel frattempo però Aamps ha dato alla luce il famigerato piano industriale che vuole obbligare i livornesi a fare la raccolta differenziata, ma non per ottenere benefici economici e ambientali, ma perché il nostro inceneritore venga utilizzato proprio e sempre più da Retiambiente, per smaltire la spazzatura pisana, lucchese, massese, che dovrà finire allegramente nei nostri polmoni e, attraverso il sangue, nelle nostre cellule. Pagando, ovviamente, una cospicua tariffa al gruppo privato che si aggiudicherà il controllo della nuova azienda.
Resta il fatto che se poi la differenziata a Livorno funzionerà poco e male (c'è da giurarci, visto come è andata finora), c'è sempre la possibilità di tirar fuori dal cassetto il progetto di "mega-inceneritore", nuovo fiammante e capace di bruciare sia la monnezza "fatta in casa" che quella importata.
Sarà per questo che i consiglieri del M5S si sono "dimenticati" di quella delibera e hanno improvvisamente smesso di litigare con il PD su Aamps e sulla privatizzazione di Retiambiente? 
Facile litigare sull'amianto sepolto da 40 anni in tutta Livorno, come su altre questioni importanti per i cittadini ma innocue per certe lobby, più difficile evitare l'inciucio su un appalto gigantesco come quello di Retiambiente, del valore di circa 7 miliardi di euro, pari all'incasso della TARI in tutta l'area vasta per 25 anni.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 29 agosto 2016

AFFARI E VELENI INTORNO ALL'AAMPS, IL SINDACO DIA SPIEGAZIONI ALLA GENTE

In questi giorni le forze politiche livornesi hanno polemizzato tra loro sulla vicenda dell'amianto, la cui pericolosità è stata dimostrata da studi scientifici sin dai primi anni del novecento ma che in Italia è stato utilizzato "a norma di legge" fino al 1992. 

Vorrei che non ci si ritrovasse tutte le volte solo a piangere sul latte versato, per questo motivo varrebbe la pena per i politici occuparsi del problema degli inceneritori, fonte accertata di malattie gravissime che colpiscono anche e soprattutto i bambini, nonostante le emissioni siano, anche stavolta, "a norma".

Invece il PD, che su Aamps da due anni strepitava contro Nogarin, da quando ha scoperto che l'Aamps "a 5 stelle" vuole raddoppiare i rifiuti importati da incenerire a Livorno (e proprio da quella Retiambiente s.p.a. a cui ufficialmente il sindaco farebbe la guerra), da almeno un mese ha miracolosamente cessato le ostilità sull'argomento. Qualcuno ci spiega perché PD e M5S ora si trovano d'accordo?
I cittadini avrebbero diritto anche di sapere perché Aamps ha deliberatamente ignorato gli indirizzi ufficiali firmati dal sindaco in merito alla chiusura dell'inceneritore ("una delle principali cause della crisi aziendale" secondo la stessa Aamps) "nel quadro del procedimento di concordato". Come mai il sindaco accetta di non essere obbedito dai suoi amministratori?

Ci piacerebbe anche sapere perché il sindaco ha scelto manager che hanno esperienze professionali in gruppi industriali come A2A, che non solo è tra i maggiori creditori di Aamps in quanto smaltisce in discarica a caro prezzo le ceneri prodotte al Picchianti, ma è anche in lizza per comprarsi le azioni di Retiambiente e assumerne il controllo, dopo che questa avrà assorbito anche l'Aamps ripulita dai debiti.

Infine, visto che la legge fallimentare prevede all'art. 161 la presentazione di una relazione che asseveri la veridicità dei dati contenuti nel piano di concordato, qualcuno dovrebbe spiegarci perché invece l'advisor scelto per Aamps nelle premesse del piano (pag. 2) si è preoccupato di ripetere più volte di non aver effettuato alcuna verifica dei dati e di non prendersi la responsabilità delle informazioni fornite dall'azienda.

Quante stranezze intorno al business velenoso dell'inceneritore, ma questo è solo l'inizio.


Andrea Romano - Resistere! Azione civica

giovedì 4 agosto 2016

IL BILANCIO AAMPS PARLA CHIARO: L'INCENERITORE E' UNO SPRECO DA ELIMINARE


pubblicato il 25 luglio 2016:

Mi permetto di intervenire anche quest'anno sul piano industriale di Aamps, dopo averlo fatto l'estate scorsa sulla precedente bozza ed aver ottenuto poi conferme sia dalla relazione dei parlamentari grillini (che spinsero il sindaco a fermarsi) che dalla viva voce dell'assessore Lemmetti, il quale ammise che quel piano incentrato "sull'opportunità commerciale" di bruciare rifiuti altrui era "terrificante".
Purtroppo siamo tornati al punto di partenza, con Nogarin che stavolta ha però astutamente portato in Tribunale un piano similare prima di mostrarlo a consiglieri e attivisti del M5S.
Il sindaco dice che bruciare rifiuti altrui aiuterà a pagare i debiti, mentre il presidente Aamps afferma che l'inceneritore garantisce 8 milioni di utili.
Esaminando il bilancio consuntivo aziendale 2014 (l'ultimo pubblicato), chiunque può rendersi conto di come stiano in realtà le cose: su 38 milioni di entrate, ben 32 vengono dalla tariffa e solo 2 milioni dai servizi di incenerimento pagati dagli altri comuni (pag. 63). Raddoppiando i rifiuti da bruciare provenienti da fuori Livorno si passerebbe ad un incasso di 4 milioni, dai quali però dobbiamo sottrarre il costo della manutenzione (solo per le caldaie è stato acceso un mutuo Credem di circa 1,5 milioni, pag. 61), gli acquisti per il funzionamento (per es. mezzo milione per il rotore, pag. 46), i servizi di filiera (circa 1,5 milioni solo per smaltire le ceneri tossiche in discarica), poi i costi del personale (che potrebbe svolgere altri compiti più redditizi) e così via. Insomma è evidente che senza le sovvenzioni pubbliche CIP6, ormai estinte, il bilancio economico dell'inceneritore è in perdita, anche se raddoppiassero le quote di rifiuti provenienti da Pisa, Lucca, ecc. L'azienda paga (con i nostri soldi) ma a guadagnare sono banche e privati.
Nessuno ovviamente chiede che l'inceneritore venga spento subito, ma serve un progetto di progressiva dismissione man mano che si sviluppa la differenziata e non dopo il 2021 (come promette Nogarin, il cui mandato scade due anni prima!): è doveroso proprio per ragioni finanziarie in fase di concordato, per ragioni di salute pubblica (visto che ormai nessuno pensa più che i rifiuti inceneriti si trasformino in un toccasana per i nostri polmoni) ed è anche previsto dalla delibera n. 96/2010, scritta proprio dai 5 stelle livornesi, presentata da Cannito e fatta approvare dal sottoscritto, all'epoca presidente della commissione Ambiente: al punto 7 del dispositivo ci si impegnava a "diminuire progressivamente i conferimenti all'inceneritore". Tutto va scritto nero su bianco e non farfugliato a parole, altrimenti significherebbe imbrogliare il Tribunale.
Raddoppiare i rifiuti inceneriti provenienti da fuori città, invece, non solo continuerebbe a far perdere soldi ad Aamps in pieno procedimento giudiziario, ma sarebbe anche il primo passo per arrivare all'obiettivo del PD regionale di concentrare l'incenerimento in tre maxi-impianti: uno a Sesto Fiorentino, uno a Livorno ed il terzo nella Toscana meridionale.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 19 luglio 2016

IL PIANO INDUSTRIALE DI AAMPS E' UNA PRESA IN GIRO COLOSSALE: INCENERIMENTO A TUTTO SPIANO!

A gennaio Nogarin fissò nel provvedimento di nomina del nuovo c.d.a. di Aamps gli indirizzi per il piano industriale, tra questi figuravano (cito testualmente):
1) "interventi ispirati ed orientati a politiche verso Rifiuti Zero”;
2) "obiettivo di superamento dell’utilizzo dell’odierno inceneritore e conseguente spegnimento dello stesso";
3) "interruzione del percorso di conferimento della società in RetiAmbiente".
Leggendo le linee guida diffuse dall'azienda possiamo invece accorgerci di come questi obiettivi siano stati quasi del tutto ignorati o addirittura compromessi con scelte diametralmente opposte:
- a pag. 4 viene inizialmente ammesso che l'inceneritore è tra i principali fattori di crisi finanziaria dell'azienda, per il venir meno dei flussi di cassa dei contributi pubblici dichiarati illegittimi dalla UE (e anche - aggiungo io - per il costo dei mutui bancari accesi per la manutenzione del forno e per il costo dei servizi aggiuntivi, come lo smaltimento delle ceneri tossiche in discarica);
- a pag. 6 si comincia a fare confusione sul significato di Rifiuti-zero, spacciandolo come "azzeramento degli smaltimenti in discarica", quando in realtà dovrebbe riguardare l'azzeramento dei rifiuti avviati ad incenerimento (perché riciclati o riutilizzati);
- a pag. 26 e pag. 28 viene fissata a luglio 2017 l'estensione del porta-a-porta in tutta la città e la relativa assunzione di 56 lavoratori: questa sarebbe una bella novità perché senza un porta-a-porta esteso Aamps non può superare i minimi di legge della raccolta differenziata, quindi paga per le sanzioni, per il conferimento di una differenziata "sporca" da cassonetto, per lo smaltimento e non guadagna rivendendo materiale riciclabile. Meglio risparmiare finalmente su questi sprechi e assumere disoccupati; 
- a pag. 13 però c'è la pietra dello scandalo di tutto il piano, la vera fregatura per i cittadini. Invece di pianificare lo spegnimento dell'inceneritore a medio termine (5-10 anni) e di tombare il processo di aggregazione nel gestore di ATO (Retiambiente), come aveva chiesto ufficialmente il sindaco, viene presentato uno scenario allucinante: grazie all'estensione del porta-a-porta ed al conseguente aumento della differenziata e del riciclo, si ipotizza un calo dei rifiuti da incenerire prodotti a Livorno di almeno 25.000 tonnellate/anno, ma invece di approfittarne per spegnere almeno una delle due linee dell'inceneritore (dimezzando i relativi costi) ci si propone di definire con l'ATO (cioé con Filippeschi e gli altri sindaci PD che stanno costruendo Retiambiente) un aumento dei rifiuti da incenerire prodotti fuori Livorno per altrettante 25.000 tonn/anno, in modo che il forno continui a lavorare a pieno regime, mentre le altre città delle costa potranno dismettere definitivamente i loro impianti! Praticamente i livornesi dovranno impegnarsi per fare la differenziata per poi sorbirsi la stessa quantità attuale di rifiuti inceneriti nei polmoni, rifiuti che non saranno più i nostri ma arriveranno dalle altre città, per una quantità doppia rispetto a quella attuale;
Si tratta di un intollerabile tradimento del programma elettorale, avendo incentrato il piano sul falso business dell'incenerimento, mantenendo l'impianto a pieno regime grazie ad un accordo con Retiambiente, il che lascia pensare che prima o poi Aamps ci finisca dentro, privatizzando del tutto la gestione dei rifiuti.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 12 luglio 2016

SINDACO NOGARIN, SIAMO AL GIRO DI BOA MA ANCORA NON VEDIAMO LE 5 STELLE...DOVE VA LA TUA BARCA A VELA?

Ormai sono passati più di due anni dall'insediamento del Movimento 5 stelle al governo municipale di Livorno, quindi al netto degli ultimi mesi del mandato amministrativo, che saranno paralizzati dalla campagna elettorale, siamo già oltre il giro di boa che segna la metà esatta di questa avventura politica (salvo ovviamente un eventuale malaugurato commissariamento).
Non è possibile negare un certo grado di svolta impressa alla linea "tradizionale" ereditata dal PD, per esempio il mancato conferimento di Aamps in Retiambiente nel dicembre scorso, che sta mandando a carte quarantotto il disegno speculativo toscano sulla monnezza e fa onore a questa amministrazione, tuttavia la situazione generale sui punti-chiave della proposta politica del M5S (le famose "5 stelle") lascia perplessi se non del tutto sconfortati: il tempo stringe e ancora non si vedono risultati apprezzabili, neanche programmi a medio-lungo termine. Nel dettaglio:
1a stella, ACQUA PUBBLICA: nei primi due anni non si è visto nessun piano di ripubblicizzazione ne' quantomeno di riconquista dei poteri di gestione a favore dei comuni, ma l'ingresso dei pentastellati e delle liste civiche nel consiglio di sorveglianza ASA, unita alle vittorie del M5S a Torino e Roma (che sono i dominus di IREN e ACEA, le società quotate che si spartiscono la gestione dell'acqua in Toscana), lascerebbe sperare in sostanziose novità, senza nascondersi dietro il dito della legge Madia e altre scuse a "copyright PD". Invece giorni fa un intervento sul Tirreno firmato 5 stelle lasciava presagire un atteggiamento di rassegnata quanto ingiustificata impotenza, puntando l'obiettivo sul mantenimento dell'inaccettabile "status quo".
2a stella, RIFIUTI ZERO: dopo due anni e un turn-over pazzesco di nomine, a Livorno possiamo ancora vergognarci per le ridicole percentuali di raccolta differenziata ereditate dal PD, che non hanno fatto neanche un misero passo avanti, per non parlare dei conferimenti all'inceneritore, i quali procedono a pieno ritmo. Il Comune, che avrebbe in mano il pallino dei programmi "rifiuti-zero", si nasconde dietro il concordato Aamps, dimenticandosi del fatto che come socio unico dovrebbe indirizzare la gestione aziendale, a maggior ragione cominciando a risparmiare denaro con una gestione virtuosa: per ora solo le solite scuse a "copyright PD", cioè: "non ci sono soldi", "manca il personale", "prima va risanata Aamps, poi penseremo a fare bella figura", ecc.
3a stella, MOBILITA' SOSTENIBILE: di un piano organico del traffico ancora neanche l'ombra, qualche buona iniziativa apprezzabile (come i bus gratis notturni) ma niente di lontanamente capace di orientare in modo massiccio verso forme di mobilità virtuosa come il TPL, le biciclette, ecc. Per capirci, nessuno ha ancora avuto il coraggio di limitare il traffico privato in centro, vero nodo per sbloccare la situazione: si teme forse la momentanea impopolarità delle prime settimane, così come la temeva il vecchio PD?
4a stella, ENERGIE RINNOVABILI: niente di niente, eppure basterebbe confezionare apposite varianti urbanistiche e regolatorie edilizie per incentivare impianti, nuove filiere occupazionali e progetti ad alto rendimento per imprese e famiglie.
5a stella, TRASPARENZA: dopo le telecamere piazzate in Consiglio comunale, novità ormai datata e realizzata ben prima dell'era Nogarin, ci si aspettava come minimo la stessa cosa per la Giunta comunale, vero "sancta sanctorum" dove vengono preparate le decisioni prima di presentarle nella baraonda dei dibattiti assembleari. Misura già operativa da anni in molte amministrazioni regionali e locali (perfino a guida PD!), ma completamente dimenticata dalle nostre parti.
Trovo difficile che si possa arrivare a realizzare qualche obiettivo concreto a proposito di queste "5 stelle" (che hanno dato addirittura il nome al Movimento che governa la città) prima della fine del mandato, se non si procede entro l'estate ad approvare qualche progetto specifico.
Che intenzioni hanno i nostri amministratori? Continuare a "tirare a campare" andreottianamente oppure darsi finalmente una mossa, scrollandosi di dosso le pastoie politiche e burocratiche in cui rischiano di sprofondare del tutto?

lunedì 20 giugno 2016

DOPO L'ENNESIMA CAPORETTO, IL PD SCELGA TRA GLI INTERESSI DEI CITTADINI E I COMITATI D'AFFARI

Quando, circa quattro anni fa, mettevo in guardia il PD livornese da un possibile epilogo "parmense" anche dalle nostre parti, tra i miei colleghi in consiglio comunale fu tutto uno sghignazzare: "Livorno non è mica Parma!". Sono seguiti altri fortunati slogan come "Roma non è Livorno", "Torino non è Roma" e così via.

Il problema del PD riguarda esclusivamente il fatto che nel tempo si è sempre più trasformato in un comitato di piazzisti delle privatizzazioni, delle grandi opere, delle forzature sulla popolazione, a cui vengono imposti impianti inquinanti e pseudo-riforme a favore dei grandi interessi finanziari o industriali. 

La disfatta è iniziata a Napoli nel 2011, contemporaneamente al referendum sui servizi pubblici e dopo un'emergenza rifiuti durata 15 anni: De Magistris ora ha riconquistato il comune dopo aver tra l'altro ripubblicizzato l'acqua e bloccato i progetti sui mega-inceneritori. Poi sono arrivate Parma, Livorno, Roma e Torino, altre città in cui il PD aveva puntato tutto su discariche (Malagrotta a Roma, Limoncino a Livorno) e inceneritori (Torino, Parma e ancora Livorno).

Ma Torino con Iren e Roma con Acea sono anche le capitali dei servizi pubblici privatizzati e quotati in borsa, con profitti assicurati alle banche ma mega-tariffe e disservizi affibbiati ai cittadini. Per non parlare di Sesto Fiorentino, a cui volevano imporre le piste dell'aeroporto e l'ennesimo mega-inceneritore, che ha cacciato via il PD in un panorama toscano dove il partito di Renzi e Rossi ha perso ben 5 ballottaggi su 6.

Più il PD insiste ad ignorare le esigenze dei cittadini e a fare da cameriere politico ad una casta di persone che cambia disinvoltamente poltrona tra partito, aziende, amministrazione pubblica e banche, più perde consensi a favore di chiunque proponga uno straccio di alternativa. La "svolta" renziana non ha fatto altro che trovare sponde parlamentari tra i resti dello schieramento berlusconiano, con contraccolpi elettorali disastrosi: ora devono scegliere se avvicinarsi finalmente al popolo o arroccarsi con pericolose riforme di regime che cerchino di consolidare un potere anti-democratico. Ma ad ottobre ci sarà il referendum.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 13 giugno 2016

MAXI-EVASIONE TIA, DOBBIAMO PAGARE MA NON CI DICONO PERCHE'


Col passare dei mesi, anzi degli anni, assisto sempre più sbalordito alla vicenda della maxi-evasione "inesigibile" della tariffa dei rifiuti, che ha contribuito non poco ad affossare Aamps e che pesa sulla tariffa regolarmente pagata da chi vuole e fino ad oggi ha potuto far fronte all'esborso.
Al di là delle solite polemiche di facciata tra partiti, infatti, nessuno pare sia in grado di rispondere a due semplici domande:

1) per quale motivo solo a Livorno si è verificata questa maxi-evasione e la conseguente maxi-inesigibilità, quando negli altri comuni non risulta siano avvenuti fenomeni "paranormali" di tale abnorme e sconcertante dimensione?

2) come mai nessun revisore dei conti del comune o di Aamps, solitamente prodighi di consigli e anatemi, ci sa dire chi sono i responsabili di questo disastro? 

Vorrei sapere perché in questi anni abbiamo profumatamente pagato costoro, oltre a dirigenti comunali e aziendali, vertici politici, investigatori vari ed enti di controllo assortiti, se poi l'unica iniziativa possibile è quella di stendere un velo pietoso sul passato e mettere mano al portafogli.
Nessuno ha sbagliato nella gestione della riscossione? Nessuno ha omesso di vigilare e controllare? Il D.lgs. 198/2009 ha introdotto la possibilità per i cittadini di presentare una class action contro le pubbliche amministrazioni e i concessionari dei servizi pubblici, che a loro volta potrebbero chiamare in causa i responsabili delle inefficienze, ma è necessario che qualcuno ci dica cosa è successo.
Dopo le ispezioni ministeriali, le inchieste giudiziarie, l'apertura del concordato, la ridicola commissione d'inchiesta comunale (che doveva presentare un documento al Consiglio, invece si è addormentata del tutto), non sappiamo ancora niente: dobbiamo pagare e basta.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 7 giugno 2016

ALTRO CHE AREA VASTA, IL PD SBATTE LIVORNO CON MASSA E GROSSETO

Da decenni ci raccontano la favoletta dell'area vasta, del pisorno, della sinergia territoriale, infrastrutturale e quant'altro tra Pisa e Livorno, città vicine e complementari che devono integrarsi e "fare sistema", in nome della "competitività" e dell'efficienza.

Livorno, in base a questa bella storiella e con la complicità della sua pessima classe dirigente (cacciata, dimenticata o perfino costretta a riciclarsi in borghetti di altre regioni), è stata depredata di risorse e occasioni a favore della sempre più ingombrante vicina: dalla sanità, con reparti e servizi risucchiati verso Cisanello, ai trasporti pubblici, accentrati nel CTT con base a Pisa, alla gestione dei rifiuti che fa gola a Retiambiente (anch'essa con sede a Pisa), e così via.

Quando poi c'è da fare davvero sistema, impresa, sviluppo, cosa fa Livorno? Invece di aggregarsi a Pisa ed ai suoi distretti artigianali, l'aeroporto, il turismo ecc. e far pesare il porto, i sopravvissuti insediamenti industriali, il numero di abitanti negli equilibri dell'area costiera, la nostra Camera di Commercio si unisce con quella di Grosseto, andando a far compagnia ad un'altra area depressa che poco o niente ha a che fare con noi e che ha una densità demografica tra le più basse di tutto il centro-nord, oltre ad un peso economico imbarazzante. Contemporaneamente, la Confindustria livornese si fonde invece con quella di Massa-Carrara, prendendo la direzione opposta e senza badare neanche alla continuità territoriale, aggregandosi però anche in questo caso ad un'altra area economicamente depressa.

Sarebbero demenziali se fossero delle scelte, ma credo che - come sempre avviene quando c'è da dividersi vantaggi e opportunità - Pisa abbia tenuto alla larga Livorno, salvo ricordarsi della famosa "area vasta" quando c'è da prendere e basta. Tutto questo succede nel silenzio del PD locale (che anzi insiste nel promuovere operazioni contro il territorio, come Retiambiente) e con la sponsorizzazione attiva del PD regionale. Almeno potrebbe aprir bocca il sindaco pentastellato Nogarin, che ha raccolto il voto di protesta contro questa strategia predatoria ai danni di Livorno, consentita dai suoi predecessori.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 6 giugno 2016

AAMPS-RETIAMBIENTE, TANTO NERVOSISMO E POCA CHIAREZZA


pubblicato il 26 maggio 2016:

In questi giorni se ne sentono di tutti i colori sul futuro di Aamps rispetto al futuribile gestore privatizzato Retiambiente, da parte di politici, tecnici e politici travestiti da tecnici. L'unica cosa certa è che senza Livorno il progetto Retiambiente arranca, da qui il nervosismo di chi vede saltare un business da sei miliardi, la cifra che i "privati" contano di incassare dalle tariffe nei prossimi 25 anni.
Esaminando gli atti possiamo capire come stanno in realtà le cose: nella famosa delibera comunale 151 del 2011 c'è scritto chiaramente che appartiene al Comune (unico proprietario) la "libera scelta" sul conferimento o meno di Aamps in Retiambiente e sull'adesione al percorso. Questo viene confermato anche dalla normativa regionale e dallo statuto di Retiambiente. Nella stessa delibera 151 si rinvia ad una successiva delibera, mai approvata, l'eventuale conferimento di Aamps in Retiambiente "nel rispetto dei tempi indicati negli atti di indirizzo". Questi tempi non mi risulta siano stati rispettati da parte di ATO e Regione (eventuali proroghe non sono state approvate dal Consiglio comunale), quindi a maggior ragione non esiste nessun obbligo di regalare Aamps ai privati che gestiranno Retiambiente. Da tutto questo si evince che non è neanche necessario "revocare" la delibera 151, perché già fissava i paletti per un eventuale successivo conferimento, non obbligatorio.
E' evidente che se Livorno ha deciso di non conferire impianti, mezzi e personale a Retiambiente, per essa non sarà possibile gestire il servizio rifiuti sul nostro territorio, che quindi resterà affidato ad Aamps, che il PD lo voglia o no. Non è previsto infatti nessun potere di "requisire" le aziende non conferite. Il Partito (anti)Democratico deve rispettare la volontà degli elettori livornesi, che hanno detto chiaramente cosa ne pensano delle privatizzazioni sia nel referendum del 2011 che alle ultime amministrative. Non possono rovesciare la volontà popolare a suon di carte bollate, è uno spettacolo indecoroso e triste, che danneggia la nostra città. 

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

RIFIUTI, L'INCHIESTA DEL TIRRENO HA SVELATO UN SISTEMA IPOCRITA

pubblicato il 7 maggio 2016:

L'inchiesta del Tirreno sulla raccolta ed il trattamento dei rifiuti a Livorno ha squarciato il velo di ipocrisia che finora ha coperto la gestione della nostra "monnezza": da anni facciamo una raccolta differenziata che in realtà è una volgare messinscena.
Da tempo stavo denunciando questo sistema: sul Tirreno del 25 luglio 2014 chiedevo maggiore trasparenza sui dati della raccolta in Venezia, mentre sul Tirreno del 9 maggio 2015 ribadivo come "si segnalano da tempo fenomeni estesi di migrazione dei rifiuti verso altri quartieri e di conferimenti errati" producendo "una raccolta più complicata e costosa", anche per l'assenza di controlli e sanzioni.
Il vero sistema "Rifiuti-zero" a Livorno non è mai stato applicato, per la volontà finora portata avanti di continuare ad alimentare l'inceneritore e varie discariche: un giro d'affari che ha contribuito ad affondare i conti aziendali.
Nelle città dove il porta-a-porta viene fatto seriamente, i conti godono infatti ottima salute e i cittadini sono soddisfatti del servizio. Capannori porta ancora 60 tonnellate al mese al Picchianti, ma ormai è meno di un decimo dell'indifferenziato prodotto. Treviso sta abbassando la tariffa grazie al porta-a-porta, diminuendo la produzione pro-capite di indifferenziato a 53 kg l'anno. Parma è stata perfino premiata dalla regione, in moneta sonante.
A Livorno invece i cassonetti forniscono materiale impuro che non può essere riciclato ed un porta-a-porta organizzato male trasforma i bidoncini in mini-cassonetti, dove la qualità del materiale resta pessima, oltre a produrre più costi e disagi.
Rifiuti-zero è una favola se gestito alla "livornese", ma se fatto seriamente funziona: materiale di buona qualità assicura un'ottima remunerazione sul mercato e non viene bruciato, l'organico non impuro può essere utilizzato come compost, perfino i fanghi del riciclo della carta possono essere a loro volta riciclati, così come la plastica meno pregiata può evitare lo smaltimento con trattamenti di estrusione e stampaggio. 
Però serve competenza e volontà politica, finora assenti ma che spero riusciranno ad emergere dal nuovo piano industriale, se non altro ormai per questione di sopravvivenza finanziaria. 

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica 

IL PD VUOLE LA SPALLATA GIUDIZIARIA, MA NOGARIN HA IL DOVERE DI RESISTERE


pubblicato il 26 aprile 2016:

La vicenda giudiziaria riguardante Aamps viene strumentalizzata in questi giorni dal PD, che si comporta come un bambino a cui hanno tolto il giocattolo e tenta di sfruttare la spallata processuale per una frettolosa riconquista del potere perduto.
Di fronte ad un nutrito gruppo di politici, amministratori e tecnici targati PD indagati per vicende gravi che hanno provocato enormi danni all'azienda, l'attenzione dei "dem" si concentra invece sulle ben meno preoccupanti ipotesi di illecito contestate agli sprovveduti grillini: aver cacciato un c.d.a. accusato di non rispondere ai comandi del socio e aver assunto i famosi precari.
In nome di una coerenza mai esercitata il PD urla "dimissioni" per delle stupidaggini, mentre tra i suoi esponenti o alleati di governo continua ad esserci gente con storie giudiziarie che potrebbero imbarazzare la banda bassotti.
Su Aamps si sta consumando da mesi una guerra di logoramento, con una vecchia guardia formata anche da burocrati e tecnici che stringe intese con una parte dei cosiddetti "nuovi", per disarcionare chi ha vinto le elezioni e ha il diritto di governare la città.
La vicenda del concordato è sintomatica dell'artificiosità di molti argomenti di scontro: il Tribunale l'ha approvato certificando che la ricapitalizzazione chiesta dal PD "non è ammessa". Così come la questione dei precari ben rappresenta il livello di meschinità a cui si può arrivare: per mesi tutto il Consiglio comunale ha pressato l'azienda per la stabilizzazione dei lavoratori e ora che l'amministrazione finisce sulla graticola per aver ottemperato quell'indirizzo (delibera n. 349 firmata e votata anche dal PD) ci si finge estranei alla vicenda invece di rivendicare le proprie scelte.
Il vero motivo per cui è partito l'attacco finale è stata la decisione di Nogarin di non conferire Aamps in Retiambiente, mandando all'aria una speculazione da 6 miliardi di euro. Il PD regionale fu chiarissimo pochi mesi fa: "Nogarin, entra in Retiambiente e ti daremo una mano". Il ricatto non è stato accettato e la guerra si è inasprita, ma se i grillini per mostrare una malintesa "coerenza" cadranno nella trappola e si suicideranno (per una multa non pagata, per un accesso agli atti su Limoncino o altre sciocchezze), si assumeranno la responsabilità di affossare Livorno per quattro voti in più a Roma o Torino.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

giovedì 31 marzo 2016

RIFIUTI, IL PD ROMAGNOLO HA SVERGOGNATO QUELLO LIVORNESE

Sapete cosa fa il PD a Forlì (120.000 abitanti) mentre a Livorno vuole propinarci l'ennesima privatizzazione di "area vasta", svendendo Aamps al carrozzone Retiambiente? Esattamente il contrario.
E' stata presentata dal sindaco PD Davide Drei la nuova società di gestione per la raccolta dei rifiuti, che quest'anno subentrerà al gigante quotato in borsa Hera s.p.a. ed ai suoi inceneritori, per separare la gestione della raccolta e del riciclo da quella dello smaltimento, evitando così monopoli e conflitti di interesse, proprio come raccomanda l'Antitrust.
La nuova società gestirà un bacino di utenza molto più piccolo rispetto ad Hera, anche qui confermando le direttive Antitrust, applicando la strategia rifiuti-zero, visto che i dati certificano come la vecchia raccolta a cassonetti costi ai cittadini molto più rispetto al porta-a-porta.
Inoltre, resterà una società 100% pubblica, quindi non esiste alcun obbligo di legge a privatizzare, come invece sostenuto dal Partito Democratico nostrale.
Consiglio al PD livornese, svergognato clamorosamente dai colleghi romagnoli, di fare un esame di coscienza e smetterla di ripetere a pappagallo le filastrocche imbeccate dalle lobby interessate al business della monnezza.
Anche il M5S di Nogarin deve stare attento, visto che nel programma ufficiale ha proprio quello che sta facendo il PD romagnolo: altri passi falsi verso la strategia rifiuti-zero produrrebbero un confronto umiliante. E' ora di partire in quarta, risanando l'azienda grazie alle politiche virtuose. 

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

AAMPS, SERVE UN PATTO TRA LAVORATORI E AZIENDA


pubblicato il 23 marzo 2016:

Le polemiche dei giorni scorsi sulla mozione a favore dei dipendenti Aamps hanno poco senso, con Forza Italia che tenta di passare come paladino dei lavoratori, per non parlare del PD che prima ha creato il precariato in azienda e ora spinge per privatizzare con Retiambiente (che procederebbe come minimo alle stesse "decurtazioni stipendiali" del CTT-nord).
La maggioranza ha tergiversato per due anni con nomine improponibili, anche se ora al timone di Aamps sembra essere arrivato chi sa di cosa parla. 
Per evitare ogni rischio occupazionale non serve approvare un foglietto in Consiglio comunale (carta straccia senza valore legale), ma è necessario che i dipendenti si siedano allo stesso tavolo con l'azienda, formulando pubblicamente una proposta organica per il piano industriale, nel rispetto del mandato di Nogarin: strategia rifiuti-zero e niente Retiambiente. 
I lavoratori tengano presente che l'Ascit di Capannori (che presto verrà distrutta dal sindaco PD per far spazio a Retiambiente) serve 80.000 abitanti - più della metà di Livorno - ed è passata da 40 a 140 dipendenti rinunciando all'inceneritore e puntando su porta-a-porta e riciclo, senza far debiti e diminuendo le tariffe: non è un miracolo, ma merito dei quattrini incassati rivendendo il materiale, anziché pagare milioni per bruciarlo e smaltirne le ceneri.
Tengano anche presente che ormai da anni negli USA il settore del riciclo ha più occupati perfino dell'industria automobilistica. Parma - piena di debiti - ha avviato il risanamento estendendo il porta-a-porta a 190.000 abitanti, Milano lo ha esteso ad 1 milione e 400mila abitanti in un anno e mezzo.
L'indotto da ora in poi dovrà guadagnare "insieme" ad Aamps e non più "a spese" di Aamps. Stesso discorso per i morosi (in certi casi le due categorie coincidono).
Se si aprirà un confronto su questo piano costruttivo, sarebbe assurdo per Comune e azienda rifiutare il dialogo, necessario per un risanamento efficace e veloce, anziché lungo e conflittuale.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

giovedì 3 marzo 2016

IL PD NEGA L'EVIDENZA, ANCHE CONTRO L'ANTITRUST

Con la lettera di Alessio Ciampini (Tirreno del 03.03.2016), il PD prova a confondere le acque accusandomi sostanzialmente di aver falsificato le conclusioni dell'Antitrust e proponendone un'interpretazione quasi opposta.
L'approccio basato sui soli dati di fatto, anziché sui desiderata delle lobby della monnezza, consiglia invece di analizzare lo studio Antitrust per come esso si presenta effettivamente:
1) a pag. IV si conferma che la durata per gli affidamenti dovrebbe essere di 5 anni, tempo necessario "ad ammortizzare gli investimenti", mentre il PD vuole affidare il monopolio a Retiambiente per 25 anni;
2) a pag. V si certifica che la dimensione ottimale per gestire la raccolta dei rifiuti è nella fascia tra 30.000 e 100.000 abitanti, ma Retiambiente vuole gestire un'area da oltre un milione di abitanti (che l'Antitrust consiglia di "frazionare"); la dimensione regionale raccomandata per gli ATO non c'entra niente, perché si tratta degli organi di controllo e non delle aziende;
3) terrificante anche il giudizio a pag. 124-125 sulle società "miste" come Retiambiente, con il rischio per i comuni di venire "estromessi" dalla gestione e di "tariffe a carico dei cittadini troppo alte";
4) non è assolutamente vero che, come dice Ciampini, "la strada del porta-a-porta è la più costosa", infatti a pag. VI si ribadisce che "i costi di gestione complessivi sono inferiori" rispetto al trattamento dell'indifferenziata;
5) a pag. 69 e seguenti viene affermato chiaramente che riciclo e incenerimento sono due settori alternativi e distinti: il primo consente concorrenza e produzione di valore, mentre il secondo rappresenta costi fissi elevati e irrecuperabili (viene preferito solo rispetto alla discarica, chiamata comunque a riceverne le ceneri);
6) a pag. XI si conferma che per conflitto di interesse chi gestisce la raccolta (per es. Retiambiente) non dovrebbe gestire impianti di smaltimento, ma anche qui il PD fa finta di non sentire;
7) pag. 89-90: l'unico sistema di raccolta che consente di raggiunge le percentuali di differenziata obbligatorie per legge è il porta-a-porta;
8) a pag. 87 infine l'Autorità afferma che "il potenziamento della raccolta differenziata consente di ridurre i costi pagati dai cittadini": più chiaro di così non si può, ma se il PD insiste allora propongo un confronto pubblico, alla presenza di esperti, con tanto di documenti a portata di mano.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

lunedì 22 febbraio 2016

L'ANTITRUST BOCCIA IL PROGETTO RETIAMBIENTE, MORTO PRIMA DI NASCERE


In un momento delicatissimo per Aamps e nella fase in cui il Partito Democratico cerca di raccoglierne i cocci per trasferirli nella nuova società di area vasta da privatizzare chiamata "Retiambiente", l'Autorità Garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) ha pubblicato lo scorso 10 febbraio le conclusioni dell'indagine conoscitiva IG49 sul mercato dei rifiuti urbani, formulando direttive che suonano come una campana a morto rispetto alla soluzione escogitata dal PD:

1) innanzitutto l'Antitrust conferma che la gestione pubblica comunale è possibile, dimostrandone l'efficienza attraverso un confronto tra dati gestionali (benchmarking), smentendo chi propone la privatizzazione di Retiambiente come percorso obbligatorio;

2) la gara preparata dal PD prevede l'affidamento del servizio a Retiambiente per ben 25 anni, mentre l'Antitrust raccomanda un affidamento non superiore a 5 anni per garantire efficienza e concorrenza;

3) il servizio costruito per Retiambiente è "integrato", cioè comprende sia la raccolta che lo smaltimento dei rifiuti, ma l'Antitrust invece ha chiesto la separazione netta dei due settori, eliminando il conflitto di interessi che blocca l'aumento della raccolta differenziata (se cerco di guadagnare con lo smaltimento, non sviluppo le politiche del riciclo);

4) mentre Retiambiente è pensata per gestire un bacino di utenza di oltre 1.300.000 abitanti, l'Antitrust ribadisce che le famigerate "economie di scala" riguardano solo l'unione tra pochi piccoli comuni, mentre in caso di grandi bacini è opportuno il "frazionamento", perché la dimensione ideale si trova in una fascia "tra i 30.000 e i 100.000 abitanti";

5) secondo l'Antitrust, l'incenerimento va considerato solo "se non aumenta la differenziata", che si può incrementare con la raccolta porta-a-porta, metodo che nel complesso "realizza una gestione dei rifiuti più economica".

La bocciatura del progetto Retiambiente è clamoroso e totale: la gestione ideale per l'Antitrust è quella di una città medio-grande, con una raccolta comunale efficiente che punta a differenziare e riciclare ("producendo valore"): la ricetta per risanare Aamps è servita.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

venerdì 19 febbraio 2016

FINALMENTE L'AAMPS AMMETTE LE PROPRIE "ANOMALIE", ORA DEVE CAMBIARE

Tra le novità emerse dall'audizione in comune del nuovo c.d.a. di Aamps, c'è quella riguardante il compito di scrivere il piano industriale affidato alla consigliera Paola Petrone, ex direttore generale dell'azienda rifiuti di Milano (era ora che nominassero qualcuno con una vera esperienza professionale alle spalle).
In commissione, la Petrone ha detto due cose molto importanti: prima di tutto ha bocciato sonoramente la bozza di piano preparata dai predecessori, definendola "da rifare ex novo", confermando finalmente quanto ripete il sottoscritto dallo scorso luglio.
Poi la consigliera ha annunciato di aver riscontrato "tante anomalie" in Aamps, prima di tutto il fatto che da noi "la differenziata è un costo anziché una risorsa". La sua intenzione sarebbe quindi di recuperare produttività per "impiegarla nel settore del riciclo". Anche in questo caso, finalmente viene confermato quello che ripeto da anni, cioè che la differenziata e il riciclo sono una gallina dalle uova d'oro che produce ricavi ovunque ma non a Livorno, dove questo business è stato regalato dalla politica ai privati locali o ad altri territori, lasciando ad Aamps solo il peso fallimentare della discarica prima e dell'inceneritore dopo.
Se alle parole della Petrone seguiranno velocemente i fatti, per Aamps forse c'è una speranza di diventare virtuosa. I lavoratori, preoccupati per il loro futuro, dovrebbero essere coinvolti subito nel processo di cambiamento, dimostrandosi consapevoli del fatto che il riciclo e il porta-a-porta sono le strade che garantiscono maggiore occupazione e quei ricavi necessari sia a coprire i costi del personale che a permettere una progressiva riduzione dei debiti e della tariffa.


Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

lunedì 8 febbraio 2016

IL PD RACCONTA ANCORA LE SOLITE FAVOLE, SMENTITE DAI FATTI


Renato Gangemi del PD ha ritenuto opportuno replicare alle mie considerazioni su Aamps e Retiambiente (il Tirreno 07.02.2016) cambiando discorso e inventandosi alcune cose.
Dopo aver evitato di smentire i dati elencati dal sottoscritto, forse perché inconfutabili, Gangemi si è chiesto perché mai avessi mischiato Retiambiente con il CTT ed i carrozzoni nella sanità: semplicemente perché tutti i servizi pubblici che sono stati centralizzati con la scusa delle "economie di scala" hanno poi prodotto più costi e poltrone. Basta fare un po' di benchmarking tra aziende (confronto tra dati gestionali, molte università lo hanno già fatto) per rendersene conto.
L'affermazione di Gangemi per cui la maggioranza di Retiambiente resterà in mano pubblica è la solita favoletta della buonanotte che nasconde l'amara realtà: come al solito, al privato di minoranza verranno concessi pieni poteri gestionali (art. 14 e 16 dello statuto), quindi comanderà come se avesse la maggioranza, ma senza tirar fuori i quattrini per comprare le azioni necessarie a raggiungerla.
L'indomito rappresentante del PD mi fa sorridere sia quando sostiene che avrei partecipato al governo della città (venni estromesso perfino dalle commissioni di controllo) sia quando afferma che il sottoscritto "si ostina a non dire una parola sugli errori dei 5 stelle": forse non ha letto il Tirreno negli ultimi due anni, durante i quali ho criticato decine di volte le nomine Aamps, l'assenza di un piano industriale e perfino il contenuto delle due bozze di piano preparate dal precedente C.d.a.
La "minaccia" finale di Gangemi sul decreto Madia ed il rischio commissariamento per chi non si piega alle privatizzazioni è l'ennesima pistola scarica, tanto è vero che gli è toccato specificare che, dimostrando i vantaggi gestionali, resta legittimo rimanere fuori dai carrozzoni fallimentari inventati dal PD toscano.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

NON SERVONO I CARROZZONI DEL PD PER RISANARE AAMPS

pubblicato il 4 febbraio 2016:

Davvero non riesco a capire con quale coraggio il PD, tramite Simone Franchi (il Tirreno del 04/02/16), continui a propinare il carrozzone denominato Retiambiente, ovviamente da privatizzare e di "area vasta", come soluzione ai problemi di Aamps.
I fatti, non le opinioni politiche o le ideologie, sconsigliano caldamente di tuffarsi in un tale ginepraio:
1) l'analoga società inventata per la Toscana meridionale ha prodotto un aumento tariffario del 12% in soli due anni, altro che risparmi!
2) la scusa delle presunte "economie di scala" non regge, dato che ci sono centinaia di aziende municipali virtuose e invece tutti i colossi privatizzati, quotati o meno in borsa, sono sommersi dai debiti;
3) il precedente del trasporto pubblico è illuminante: hanno regalato ATL al CTT-Nord per "vincere la gara regionale", poi persa clamorosamente, mentre Pistoia che è uscita in tempo dal CTT ha riportato i bilanci in attivo;
4) anche nel caso della sanità, l'accentramento progressivo non ha mai prodotto risparmi ma poltrone e tagli ai servizi;
Per risanare Aamps non serve Retiambiente, caro PD, ma qualcuno che - per fare un esempio - cominci a chiedersi se e perché per Aamps è necessario pagare altre aziende per smaltire rifiuti, mentre poi magari queste li rivendono sul mercato come materiali di pregio, traendone enorme profitto. Perché non li rivende direttamente Aamps, cominciando a far quattrini come tutte le aziende municipali che hanno puntato sulla differenziata, risanando i conti e abbassando le tariffe?
Cominciamo da cose come queste, altro che i soliti carrozzoni.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 2 febbraio 2016

MISTERI E SILENZI SU AAMPS, NOGARIN SI GIOCHI LA POLTRONA


pubblicato il 24 gennaio 2015:

Dopo aver passato gli ultimi mesi tra allarmi ed emergenze, i livornesi ormai hanno capito che su Aamps si gioca una battaglia "ideologica" tra il PD, che propone la privatizzazione (Retiambiente) nonostante i pessimi i risultati prodotti altrove, e il M5S che insiste con un concordato sui cui esiti nessuno riesce a fare previsioni.
In questo caos, si vanno accumulando misteri su misteri:
1) nessuno ha ancora spiegato perché i costi del servizio di un'altra azienda di rifiuti 100% pubblica presa a caso, come Publiambiente, ammontano a circa 73 euro annui per abitante mentre quelli di Aamps ammontano a circa 125 euro annui per abitante, ne' come mai i costi del personale risultano pari a circa 42 euro annui per abitante in Publiambiente e circa 84 euro annui per abitante in Aamps;
2) non sappiamo che fine ha fatto l'ispezione del Ministero dell'Economia del 2013, che rilevò ben dieci casi di "non conformità", a partire dall'indebita erogazione all'amministratore Rosi di oltre 218.000 euro più iva e contributi;
3) non si è capito a cosa sia servita tutta la presunta attività della commissione d'inchiesta del Consiglio comunale, che doveva chiudere i lavori entro due mesi e invece si protrae da quasi un anno a porte chiuse;
4) è calato il silenzio su tutte le inchieste della Procura su bilanci, acquisti, personale, rapporti con le banche ecc. Dopo mesi di indagini non succede niente? 
5) nessuno sa dire che conseguenze ha prodotto la denuncia di Nogarin alla Guardia di Finanza sulle presunte irregolarità dell'assemblea per l'aumento di capitale di Retiambiente;
6) resta l'arcano anche sulle nomine sballate degli ultimi anni: mai nessun vero manager esperto di gestione dei rifiuti, perché?
7) perché, infine, in questi ultimi due anni Aamps è stata volutamente privata sia di un piano industriale di risanamento sia della liquidità necessaria per evitare di allarmare revisori, creditori e lavoratori?
Nogarin sembra voglia giocare a carte coperte per tutelare la sua presunta strategia, che ufficialmente punta a risanare l'azienda salvandola dalla speculazione di Retiambiente, mentre l'impressione di molti è che stia portando Aamps nel baratro per svenderla, magari previo concordato giudiziario, proprio agli speculatori privati.
Se il sindaco fa sul serio allora si giochi davvero la fiducia: fissi un termine ravvicinato entro il quale dimostrare l'efficacia delle scelte che ha intrapreso, impegnandosi a rassegnare le dimissioni nel caso in cui non riesca a salvare Aamps come promesso. Come dicono i giocatori di poker: "all-in!"

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

martedì 19 gennaio 2016

E' QUESTA LA "MOBILITA' SOSTENIBILE" PROMESSA DAI 5 STELLE?

Dopo l'idea terrificante di un parcheggio sotterraneo ai 4 mori, a pochi metri dal mare e da altri parcheggi semivuoti, il Tirreno ci informa che il Comune rilancia col progetto di un parcheggio multi-piano dietro l'ospedale, confermando come un'altra delle 5 stelle del programma grillino, la "mobilità sostenibile", finora non sia stata nient'altro che una presa in giro clamorosa.
L'ASL è probabilmente la più grande azienda della città per numero di dipendenti e tra i suoi "clienti" annovera praticamente l'intera popolazione, tra pazienti e visitatori. Per di più l'ospedale è proprio in mezzo alla città. Quindi è impossibile progettare una nuova mobilità urbana escludendo l'ospedale.
Mobilità sostenibile vuol dire favorire gli spostamenti a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici o quelli privati in condivisione. L'afflusso di lavoratori e visitatori dovrebbe essere incoraggiato con questi mezzi, per ridurre inquinamento atmosferico e acustico, il traffico, gli incidenti e le spese.
Al Fatebenefratelli di Milano infatti hanno attivato un servizio navette e un portale per il car-pooling ("Fatebenemobilità"), a Pisa mettono a disposizione gratuitamente bici elettriche per gli spostamenti da e verso l'ospedale di Cisanello, ad Ancona l'azienda dei trasporti fornisce un vero e proprio "servizio ospedale" tramite bus e navette dedicate.
A Livorno invece i parcheggi di scambio sono vuoti e le piste ciclabili usate per la sosta vietata, ma il Comune pensa a costruire nuovi mega-parcheggi in centro, proprio come ai tempi del PD. Dov'è il cambiamento?

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

ELEZIONE DEL PRESIDENTE, IL COMUNE SEMBRA "SCHERZI A PARTE"


Ormai in Comune sembra di essere su "Scherzi a parte". Non volevo credere al fatto che i consiglieri comunali si stessero rivolgendo al segretario dell'ente e poi addirittura al prefetto per dirimere la banalissima questione dell'elezione del loro presidente.
Prima si è acceso un dibattito, a suon di pareri tecnici, su cosa volesse dire "maggioranza semplice": bastava acquistare un buon manuale (perfino un bignami) di diritto per scoprire che la maggioranza semplice è il 50% più uno dei consiglieri votanti, quindi su 32 votanti servono 17 voti per essere eletti. Non c'è interpretazione che tenga.
Poi addirittura si è fantasticato sull'impossibilità di procedere a votazioni successive alla terza, perché lo Statuto non ne parla e il Regolamento, che invece ne parla, non può "derogare" lo Statuto. Prendo atto che in Comune ormai non si riesca neanche a capire che "derogare" significa regolamentare aspetti in maniera diversa rispetto allo Statuto, non regolamentare un aspetto che lo Statuto non affronta (in questo caso le votazioni successive alla terza). Altrimenti a cosa servirebbe il Regolamento?
E' evidente, secondo norma, prassi, logica e buon senso, che se la maggioranza prevista non viene raggiunta nella terza votazione, si debba procedere, nel silenzio dello Statuto, come previsto dal Regolamento: votazioni ripetute a distanza di meno di 20 giorni una dall'altra, finché non viene raggiunto il numero di voti prescritto.
E' impensabile tenere impegnata la macchina amministrativa per rimediare ai capricci o all'impreparazione di politici e tecnici: chi ha voglia può frequentare corsi di formazione a proprie spese ma in Comune occupi il suo tempo per affrontare i problemi che interessano la città.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

SI GIOCHI A CARTE SCOPERTE PER LA NUOVA GUIDA DI AAMPS

Apprendo con orrore dalle colonne del Tirreno che i nuovi papabili per amministrare Aamps sarebbero dei commercialisti, più o meno avvezzi a curatele fallimentari e smaltimento di ceneri tossiche. 
Da almeno tre anni sto proponendo al precedente e all'attuale sindaco di risolvere i problemi di Aamps nominando un vero manager esperto di rifiuti (come farebbero ovunque), ma finora abbiamo visto all'opera giornalisti, architetti, radiologi, avvocati, fino agli esperti in energia solare.
Ora si vorrebbe ripartire con i commercialisti, domani magari con gli idraulici, i chitarristi o qualche bocciofilo. 
I meccanismi con cui si sono scelti finora i vertici di Aamps fanno rabbrividire: riunioni a porte chiuse, curriculum valutati forse in base al numero delle pagine o dei termini anglofoni, ma senza badare al sodo: esperienza e competenza nel settore.
Visto che il sindaco ha proposto maggioranze allargate e permeabili, ecco allora un possibile terreno di confronto, non solo con le forze politiche, ma con la città: stavolta niente riunioni segrete, ma un bando trasparente per scegliere un manager che rispetti gli indirizzi del socio ma soprattutto il programma elettorale del M5S, che sui rifiuti è identico a quello di Buongiorno Livorno e Città Diversa.
I gruppi politici, le associazioni e i cittadini potrebbero presentare pubblicamente i curriculum degli esperti che ritengono più adatti, la scelta stavolta dovrebbe essere fatta con criteri meritocratici in una discussione trasparente, magari proprio in Consiglio comunale. Su queste basi forse è possibile ricostruire un minimo di credibilità.
Non sarà il concordato infatti a fare la differenza, ma l'attuazione o meno di un serio piano industriale che si occupi della qualità merceologica del materiale riciclabile, della sua collocazione vantaggiosa sul mercato (a partire dai consorzi nazionali), degli sprechi costituiti dalle spese di smaltimento e raccolta dell'indifferenziato, delle politiche di riduzione dei rifiuti e di riscossione della tariffa, dell'intercettazione dei finanziamenti per progetti innovativi.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

giovedì 7 gennaio 2016

CANNITO IN GIUNTA? UTILE SUL FRONTE AAMPS E RIFIUTI


Si parla ormai insistentemente del possibile ingresso in giunta di Marco Cannito per allargare la maggioranza grillina, che dopo le ultime defezioni ha i numeri risicati.
Nel periodo in cui sono stato collega di Cannito in consiglio comunale, ho avuto il piacere di collaborare con lui soprattutto sul fronte della gestione dei rifiuti.  Trasformai la sua proposta di delibera rifiuti-zero, destinata ad essere cestinata da un PD perennemente sulla difensiva, in oggetto di trattativa dentro l'allora maggioranza, tanto che venne approvata ed è  tuttora in vigore: contiene una vera road-map da seguire per rendere Aamps virtuosa e redditizia.
Così come mi rivolsi a Cannito per avere un nome da proporre alla commissione ambiente per l'osservatorio sui rifiuti: Marco sponsorizzò Rossano Ercolini, che venne nominato ma non fu mai convocato dalla giunta PD, mentre l'anno scorso è stato ricevuto e premiato perfino dal presidente Usa Obama.
Vorrei che Cannito approfittasse delle avances dei 5 stelle, in questi giorni così difficili per Aamps, per tentare di portare a termine il lavoro che tra mille ostacoli era stato avviato, facendosi affidare l'assessorato all'ambiente col mandato di mettere in pratica la delibera che presentò nel 2010 (pienamente in linea col programma M5S) e richiamando in città Ercolini e gli altri esperti di gestione virtuosa dei rifiuti.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica