lunedì 20 giugno 2016

DOPO L'ENNESIMA CAPORETTO, IL PD SCELGA TRA GLI INTERESSI DEI CITTADINI E I COMITATI D'AFFARI

Quando, circa quattro anni fa, mettevo in guardia il PD livornese da un possibile epilogo "parmense" anche dalle nostre parti, tra i miei colleghi in consiglio comunale fu tutto uno sghignazzare: "Livorno non è mica Parma!". Sono seguiti altri fortunati slogan come "Roma non è Livorno", "Torino non è Roma" e così via.

Il problema del PD riguarda esclusivamente il fatto che nel tempo si è sempre più trasformato in un comitato di piazzisti delle privatizzazioni, delle grandi opere, delle forzature sulla popolazione, a cui vengono imposti impianti inquinanti e pseudo-riforme a favore dei grandi interessi finanziari o industriali. 

La disfatta è iniziata a Napoli nel 2011, contemporaneamente al referendum sui servizi pubblici e dopo un'emergenza rifiuti durata 15 anni: De Magistris ora ha riconquistato il comune dopo aver tra l'altro ripubblicizzato l'acqua e bloccato i progetti sui mega-inceneritori. Poi sono arrivate Parma, Livorno, Roma e Torino, altre città in cui il PD aveva puntato tutto su discariche (Malagrotta a Roma, Limoncino a Livorno) e inceneritori (Torino, Parma e ancora Livorno).

Ma Torino con Iren e Roma con Acea sono anche le capitali dei servizi pubblici privatizzati e quotati in borsa, con profitti assicurati alle banche ma mega-tariffe e disservizi affibbiati ai cittadini. Per non parlare di Sesto Fiorentino, a cui volevano imporre le piste dell'aeroporto e l'ennesimo mega-inceneritore, che ha cacciato via il PD in un panorama toscano dove il partito di Renzi e Rossi ha perso ben 5 ballottaggi su 6.

Più il PD insiste ad ignorare le esigenze dei cittadini e a fare da cameriere politico ad una casta di persone che cambia disinvoltamente poltrona tra partito, aziende, amministrazione pubblica e banche, più perde consensi a favore di chiunque proponga uno straccio di alternativa. La "svolta" renziana non ha fatto altro che trovare sponde parlamentari tra i resti dello schieramento berlusconiano, con contraccolpi elettorali disastrosi: ora devono scegliere se avvicinarsi finalmente al popolo o arroccarsi con pericolose riforme di regime che cerchino di consolidare un potere anti-democratico. Ma ad ottobre ci sarà il referendum.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 13 giugno 2016

MAXI-EVASIONE TIA, DOBBIAMO PAGARE MA NON CI DICONO PERCHE'


Col passare dei mesi, anzi degli anni, assisto sempre più sbalordito alla vicenda della maxi-evasione "inesigibile" della tariffa dei rifiuti, che ha contribuito non poco ad affossare Aamps e che pesa sulla tariffa regolarmente pagata da chi vuole e fino ad oggi ha potuto far fronte all'esborso.
Al di là delle solite polemiche di facciata tra partiti, infatti, nessuno pare sia in grado di rispondere a due semplici domande:

1) per quale motivo solo a Livorno si è verificata questa maxi-evasione e la conseguente maxi-inesigibilità, quando negli altri comuni non risulta siano avvenuti fenomeni "paranormali" di tale abnorme e sconcertante dimensione?

2) come mai nessun revisore dei conti del comune o di Aamps, solitamente prodighi di consigli e anatemi, ci sa dire chi sono i responsabili di questo disastro? 

Vorrei sapere perché in questi anni abbiamo profumatamente pagato costoro, oltre a dirigenti comunali e aziendali, vertici politici, investigatori vari ed enti di controllo assortiti, se poi l'unica iniziativa possibile è quella di stendere un velo pietoso sul passato e mettere mano al portafogli.
Nessuno ha sbagliato nella gestione della riscossione? Nessuno ha omesso di vigilare e controllare? Il D.lgs. 198/2009 ha introdotto la possibilità per i cittadini di presentare una class action contro le pubbliche amministrazioni e i concessionari dei servizi pubblici, che a loro volta potrebbero chiamare in causa i responsabili delle inefficienze, ma è necessario che qualcuno ci dica cosa è successo.
Dopo le ispezioni ministeriali, le inchieste giudiziarie, l'apertura del concordato, la ridicola commissione d'inchiesta comunale (che doveva presentare un documento al Consiglio, invece si è addormentata del tutto), non sappiamo ancora niente: dobbiamo pagare e basta.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

martedì 7 giugno 2016

ALTRO CHE AREA VASTA, IL PD SBATTE LIVORNO CON MASSA E GROSSETO

Da decenni ci raccontano la favoletta dell'area vasta, del pisorno, della sinergia territoriale, infrastrutturale e quant'altro tra Pisa e Livorno, città vicine e complementari che devono integrarsi e "fare sistema", in nome della "competitività" e dell'efficienza.

Livorno, in base a questa bella storiella e con la complicità della sua pessima classe dirigente (cacciata, dimenticata o perfino costretta a riciclarsi in borghetti di altre regioni), è stata depredata di risorse e occasioni a favore della sempre più ingombrante vicina: dalla sanità, con reparti e servizi risucchiati verso Cisanello, ai trasporti pubblici, accentrati nel CTT con base a Pisa, alla gestione dei rifiuti che fa gola a Retiambiente (anch'essa con sede a Pisa), e così via.

Quando poi c'è da fare davvero sistema, impresa, sviluppo, cosa fa Livorno? Invece di aggregarsi a Pisa ed ai suoi distretti artigianali, l'aeroporto, il turismo ecc. e far pesare il porto, i sopravvissuti insediamenti industriali, il numero di abitanti negli equilibri dell'area costiera, la nostra Camera di Commercio si unisce con quella di Grosseto, andando a far compagnia ad un'altra area depressa che poco o niente ha a che fare con noi e che ha una densità demografica tra le più basse di tutto il centro-nord, oltre ad un peso economico imbarazzante. Contemporaneamente, la Confindustria livornese si fonde invece con quella di Massa-Carrara, prendendo la direzione opposta e senza badare neanche alla continuità territoriale, aggregandosi però anche in questo caso ad un'altra area economicamente depressa.

Sarebbero demenziali se fossero delle scelte, ma credo che - come sempre avviene quando c'è da dividersi vantaggi e opportunità - Pisa abbia tenuto alla larga Livorno, salvo ricordarsi della famosa "area vasta" quando c'è da prendere e basta. Tutto questo succede nel silenzio del PD locale (che anzi insiste nel promuovere operazioni contro il territorio, come Retiambiente) e con la sponsorizzazione attiva del PD regionale. Almeno potrebbe aprir bocca il sindaco pentastellato Nogarin, che ha raccolto il voto di protesta contro questa strategia predatoria ai danni di Livorno, consentita dai suoi predecessori.

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

lunedì 6 giugno 2016

AAMPS-RETIAMBIENTE, TANTO NERVOSISMO E POCA CHIAREZZA


pubblicato il 26 maggio 2016:

In questi giorni se ne sentono di tutti i colori sul futuro di Aamps rispetto al futuribile gestore privatizzato Retiambiente, da parte di politici, tecnici e politici travestiti da tecnici. L'unica cosa certa è che senza Livorno il progetto Retiambiente arranca, da qui il nervosismo di chi vede saltare un business da sei miliardi, la cifra che i "privati" contano di incassare dalle tariffe nei prossimi 25 anni.
Esaminando gli atti possiamo capire come stanno in realtà le cose: nella famosa delibera comunale 151 del 2011 c'è scritto chiaramente che appartiene al Comune (unico proprietario) la "libera scelta" sul conferimento o meno di Aamps in Retiambiente e sull'adesione al percorso. Questo viene confermato anche dalla normativa regionale e dallo statuto di Retiambiente. Nella stessa delibera 151 si rinvia ad una successiva delibera, mai approvata, l'eventuale conferimento di Aamps in Retiambiente "nel rispetto dei tempi indicati negli atti di indirizzo". Questi tempi non mi risulta siano stati rispettati da parte di ATO e Regione (eventuali proroghe non sono state approvate dal Consiglio comunale), quindi a maggior ragione non esiste nessun obbligo di regalare Aamps ai privati che gestiranno Retiambiente. Da tutto questo si evince che non è neanche necessario "revocare" la delibera 151, perché già fissava i paletti per un eventuale successivo conferimento, non obbligatorio.
E' evidente che se Livorno ha deciso di non conferire impianti, mezzi e personale a Retiambiente, per essa non sarà possibile gestire il servizio rifiuti sul nostro territorio, che quindi resterà affidato ad Aamps, che il PD lo voglia o no. Non è previsto infatti nessun potere di "requisire" le aziende non conferite. Il Partito (anti)Democratico deve rispettare la volontà degli elettori livornesi, che hanno detto chiaramente cosa ne pensano delle privatizzazioni sia nel referendum del 2011 che alle ultime amministrative. Non possono rovesciare la volontà popolare a suon di carte bollate, è uno spettacolo indecoroso e triste, che danneggia la nostra città. 

Andrea Romano - Resistere! Azione civica

RIFIUTI, L'INCHIESTA DEL TIRRENO HA SVELATO UN SISTEMA IPOCRITA

pubblicato il 7 maggio 2016:

L'inchiesta del Tirreno sulla raccolta ed il trattamento dei rifiuti a Livorno ha squarciato il velo di ipocrisia che finora ha coperto la gestione della nostra "monnezza": da anni facciamo una raccolta differenziata che in realtà è una volgare messinscena.
Da tempo stavo denunciando questo sistema: sul Tirreno del 25 luglio 2014 chiedevo maggiore trasparenza sui dati della raccolta in Venezia, mentre sul Tirreno del 9 maggio 2015 ribadivo come "si segnalano da tempo fenomeni estesi di migrazione dei rifiuti verso altri quartieri e di conferimenti errati" producendo "una raccolta più complicata e costosa", anche per l'assenza di controlli e sanzioni.
Il vero sistema "Rifiuti-zero" a Livorno non è mai stato applicato, per la volontà finora portata avanti di continuare ad alimentare l'inceneritore e varie discariche: un giro d'affari che ha contribuito ad affondare i conti aziendali.
Nelle città dove il porta-a-porta viene fatto seriamente, i conti godono infatti ottima salute e i cittadini sono soddisfatti del servizio. Capannori porta ancora 60 tonnellate al mese al Picchianti, ma ormai è meno di un decimo dell'indifferenziato prodotto. Treviso sta abbassando la tariffa grazie al porta-a-porta, diminuendo la produzione pro-capite di indifferenziato a 53 kg l'anno. Parma è stata perfino premiata dalla regione, in moneta sonante.
A Livorno invece i cassonetti forniscono materiale impuro che non può essere riciclato ed un porta-a-porta organizzato male trasforma i bidoncini in mini-cassonetti, dove la qualità del materiale resta pessima, oltre a produrre più costi e disagi.
Rifiuti-zero è una favola se gestito alla "livornese", ma se fatto seriamente funziona: materiale di buona qualità assicura un'ottima remunerazione sul mercato e non viene bruciato, l'organico non impuro può essere utilizzato come compost, perfino i fanghi del riciclo della carta possono essere a loro volta riciclati, così come la plastica meno pregiata può evitare lo smaltimento con trattamenti di estrusione e stampaggio. 
Però serve competenza e volontà politica, finora assenti ma che spero riusciranno ad emergere dal nuovo piano industriale, se non altro ormai per questione di sopravvivenza finanziaria. 

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica 

IL PD VUOLE LA SPALLATA GIUDIZIARIA, MA NOGARIN HA IL DOVERE DI RESISTERE


pubblicato il 26 aprile 2016:

La vicenda giudiziaria riguardante Aamps viene strumentalizzata in questi giorni dal PD, che si comporta come un bambino a cui hanno tolto il giocattolo e tenta di sfruttare la spallata processuale per una frettolosa riconquista del potere perduto.
Di fronte ad un nutrito gruppo di politici, amministratori e tecnici targati PD indagati per vicende gravi che hanno provocato enormi danni all'azienda, l'attenzione dei "dem" si concentra invece sulle ben meno preoccupanti ipotesi di illecito contestate agli sprovveduti grillini: aver cacciato un c.d.a. accusato di non rispondere ai comandi del socio e aver assunto i famosi precari.
In nome di una coerenza mai esercitata il PD urla "dimissioni" per delle stupidaggini, mentre tra i suoi esponenti o alleati di governo continua ad esserci gente con storie giudiziarie che potrebbero imbarazzare la banda bassotti.
Su Aamps si sta consumando da mesi una guerra di logoramento, con una vecchia guardia formata anche da burocrati e tecnici che stringe intese con una parte dei cosiddetti "nuovi", per disarcionare chi ha vinto le elezioni e ha il diritto di governare la città.
La vicenda del concordato è sintomatica dell'artificiosità di molti argomenti di scontro: il Tribunale l'ha approvato certificando che la ricapitalizzazione chiesta dal PD "non è ammessa". Così come la questione dei precari ben rappresenta il livello di meschinità a cui si può arrivare: per mesi tutto il Consiglio comunale ha pressato l'azienda per la stabilizzazione dei lavoratori e ora che l'amministrazione finisce sulla graticola per aver ottemperato quell'indirizzo (delibera n. 349 firmata e votata anche dal PD) ci si finge estranei alla vicenda invece di rivendicare le proprie scelte.
Il vero motivo per cui è partito l'attacco finale è stata la decisione di Nogarin di non conferire Aamps in Retiambiente, mandando all'aria una speculazione da 6 miliardi di euro. Il PD regionale fu chiarissimo pochi mesi fa: "Nogarin, entra in Retiambiente e ti daremo una mano". Il ricatto non è stato accettato e la guerra si è inasprita, ma se i grillini per mostrare una malintesa "coerenza" cadranno nella trappola e si suicideranno (per una multa non pagata, per un accesso agli atti su Limoncino o altre sciocchezze), si assumeranno la responsabilità di affossare Livorno per quattro voti in più a Roma o Torino.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica