lunedì 21 dicembre 2015

NUOVO PIANO INDUSTRIALE AAMPS, CONSIGLIERI PRESI IN GIRO UN'ALTRA VOLTA


pubblicato il 9 dicembre 2015:

Dopo aver ritirato il "terrificante" (cito l'assessore Lemmetti) piano industriale partorito in estate, i vertici Aamps hanno ora diffuso una nuova bozza, la quale non è altro che uno zibaldone formato dal vecchio piano con progetti tagliati e aggiunti alla rinfusa.
A pagina 6, 9 e 45 ci si continua a porre l'obiettivo del gestore unico Retiambiente, nonostante il Comune proclami da mesi una (finta?) opposizione alla privatizzazione, mentre a pag. 42 addirittura è scritto che l'azienda "si farà parte attiva affinché sia affidato a Retiambiente" il servizio di riscossione della tariffa, visto il "prossimo conferimento di Aamps" nel carrozzone voluto dal PD.
In modo ancor più sfacciato, a pag. 43 ci si compiace dell'aumento tariffario di 11 milioni di euro deciso a copertura dei crediti non riscossi, perché "valorizza il patrimonio della società in vista delle perizie per il conferimento in Retiambiente": la privatizzazione la fanno pagare a noi in bolletta! 
L'inceneritore è ancora considerato come "interessante opportunità commerciale" in ragione della "capacità produttiva inutilizzata": in sostanza progettano di bruciare sempre più rifiuti dall'area vasta.
A pag. 41 infatti, l'inceneritore viene magnificato per le sue "elevatissime prestazioni in termini di contenimento dell'impatto ambientale", così come a pag. 46 viene ancora definito un "vantaggio competitivo a basso impatto ambientale".
Venendo ai progetti, quello da ben 5 milioni per "efficientare" il forno è stato eliminato (ammettendo implicitamente lo spreco che rappresentava), ed al suo posto spunta qualche specchietto per le allodole, come il costosissimo "museo dei rifiuti per bambini" (2.500.000 euro, pag. 67).
La tariffa puntuale è ancora ghettizzata a Montenero (pag. 118), tuttavia se prima era prevista entro il 2016 adesso è scivolata magicamente al 2019. Il porta-a-porta (PAP) viene esteso a 40.000 abitanti al costo previsto di 2.420.000 euro entro il 2018, mentre nel piano precedente l'estensione a 30.000 abitanti costava solo 400.000 euro. Quei 10.000 abitanti in più farebbero sestuplicare la spesa? Date e cifre a casaccio, tanto è vero che a pag. 68 si prevede solo a chiacchiere l'estensione del PAP in tutta la città entro il 2017, che a pag. 71 diventa già il 2018.
Mentre il Comune chiede il concordato preventivo, l'azienda ripropone quindi un piano faraonico (22 milioni di spese) così incentrato su privatizzazione e inceneritore da sembrare scritto dal PD.
Chissà adesso cosa diranno i parlamentari grillini come Zolezzi, che ad agosto definì il piano "ridicolo" e chiese un "piano di dismissione dell'inceneritore". Stavolta non ci sono più scuse, l'attuale vertice Aamps deve passare l'incarico a veri esperti che rispettino gli indirizzi del Consiglio comunale.

Andrea Romano - Resistere! Azione Civica

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